"Il Sole24Ore" è al centro di un processo che vede il direttore Roberto Napoletano e il giornalista Marco Ludovico accusati di diffamazione a mezzo stampa pluriaggravata ai danni del prefetto Nicola Izzo, nell'ambito di un'inchiesta partita nel 2012 che ha coinvolto firme e volti noti del giornalismo nazionale. A informare la stampa il Coisp, sindacato indipendente delle forze di polizia, nella nota informativa del segretario generale Franco Maccari. 

I fatti

Il Coisp si è costituito parte civile nel processo che si celebra presso il Tribunale di Milano.

Gli imputati furono rinviati a giudizio nel gennaio 2015 per aver scritto degli articoli che supportavano la tesi del famoso "corvo del Viminale" che nel 2012 aveva indicato il prefetto, all'epoca vice capo vicario della Polizia di Stato, con l'attribuzione allo stesso di una infondata correità nel manipolare alcune gare d'appalto. L'aggravante del reato di diffamazione contestato ai due giornalisti è costituita dal fatto che la persona offesa rappresenta un organo dello Stato. L'anonimo "corvo", sedicente dipendente del Ministero dell'Interno, aveva scritto una missiva con precise accuse contro Izzo, in merito a presunte turbative sugli appalti "da pilotare" nel dicastero.

Per questa "fuga" anonima di notizie erano state avviate indagini serrate a carico del prefetto Izzo, che aveva rassegnato le sue dimissioni, respinte al mittente, con una lettera indirizzata al capo della Polizia, Antonio Manganelli. 

Lo stesso prefetto Izzo aveva chiesto e ottenuto di essere ascoltato in procura per chiarire la sua posizione estranea ai fatti contestati dal "corvo".

Il pm chiede la condanna dei giornalisti

La procura è giunta alla conclusione che il reato di diffamazione a carico di Napoletano e Ludovico sussiste. Il pm ha chiesto la condanna dei due giornalisti alla pena pecuniaria di 600 euro, come previsto dalla legge in materia. Rigettata dunque la consistenza delle accuse che il "corvo del Viminale" ha rivolto a Izzo.

Il Coisp ha chiesto, tramite il legale Eugenio Pini, il risarcimento del danno indiretto arrecato all'onorabilità della Polizia di Stato e alla stessa reputazione del Coordinamento per l'Indipendenza Sindacale delle forze di Polizia.

Storica ammissione del Coisp come parte civile

Il segretario generale del Coisp, Maccari, si è detto soddisfatto dell'ammissione del sindacato come parte civile in un processo che non vede un proprio iscritto tra le persone offese. La legittimazione a stare in giudizio nonostante l'assenza di un membro del Coisp conferma ufficialmente il carattere istituzionale di un organo sindacale atto alla tutela di tutte le forze di Polizia e rappresenta una storica svolta nel processo di "istituzionalizzazione" del sindacato stesso.