La rabbia èuna malattia terribile che colpisce il sistema nervoso. Sembrava ormai superata, ma purtroppo non è così.Stiamo parlando del virus lyssavirus, diffuso in alcune specie animali a sangue caldo, che raramente viene trasmessa all'uomo, se non tramite il morso di un animale infetto.E' stato un virus molto temuto fino al secolo scorso, anche perché gli animali domestici potevano essere portatori del patogeno. Grazie alle vaccinazioni in Europa e in altri Paesi del mondo, da tantissimi anni non si registrano più casi di rabbia tra i cani.
Ma la malattia continua a manifestarsi tra gli animali selvatici, come roditori, volpi, pipistrelli, donnole, marmotte, orsi, lepri e altri mammiferi di piccole e grandi dimensioni, talvolta anche negli animali da allevamento.
Chiaramente non tutti gli esemplari sono infetti, ma sono comunque molto esposti al rischio di essere contagiati.
L'antidoto salvavita: leimmunoglobuline antirabbia
Qualche giorno fa nel ferrarese un uomo ha contratto la rabbia a causa del morso di un ratto infetto. L'uomo si è presentato al pronto soccorso di Jesi sabato scorso, dove avrebbe fatto la terribile scoperta. I medici del PS hanno prontamente richiesto l'invio dell'antidoto al Centro di Riferimento Antidoti di Ferrara. Gli sono state quindi somministrate le immunoglobuline antirabbiain una corsa contro il tempo.
L'efficacia dell'antidoto, infatti, è condizionata dai tempi di somministrazione, che non dovrebbero superare le 4-6 ore dal momento del morso.Il paziente, dopo aver manifestato i primi sintomi, grazie all'assunzione delle immunoglobuline, avrebbe avuto deimiglioramenti.
Ora sarebbe fuori pericolo, anche se la prudenza èd'obbligo.
I principali sintomi della rabbia
I sintomi della rabbia non sono sempre immediatamente riconoscibili, perché possono essere confusi con quelli di altre infezioni. Il fatto che sia così poco diffusa nell'ambiente antropico non sempre aiuta la diagnosi tempestiva.I sintomi nell'uomo sono solitamente suddivisi in tre fasi.
Nella prima fase, chiamata prodromica, si hanno di sintomi simili a quelli dell'influenza, mentre l'unico sintomo specifico, che si presenta in oltre la metà dei casi, è la parestesia nell'area del morso.
La seconda fase è quella di latenza o "rabbia furiosa", nella quale si manifesta l'idrofobia, consistente in un forte dolore alla gola, un laringospasmo, che si presenta ad ogni tentativo di bere o far bere il paziente.La terza fase è quella terminale, il virus colonizza i tessuti del sistema nervoso centrale.
La sintomatologia in questa fase è complessa comporta dei gravi sintomi caratterizzati, nella maggior parte dei casi, da aggressività, perdita dell'orientamento, allucinazioni, iperestesia, meningismo, secrezione spontanea di fluidi corporei. In altri casi si verificano delle paralisi diffuse.
Un soggetto malato è costretto a subire atroci sofferenze se non viene curato. Una volta raggiunta la terza fase le speranze di sopravvivenza dell'individuo si riducono all'1%.Se si viene morsi da un animale selvatico o da allevamento è importante intervenire tempestivamente, recandosi ad un pronto soccorso. Il tempismo è fondamentale per la cura di questa terribile malattia.