E' di poche ore fa la notizia ufficiale della liberazione di 21 ragazze, da due anni prigioniere del temibile gruppo terrorista di Boko Haram, in Nigeria. Avvolta fino a questo momento dal riserbo di lunghe trattative, la notizia è stata data dalla Bbc e poi confermata dal governo nigeriano. Sembra che il successo dell'operazione sia da attribuire anche alla mediazione della Croce Rossa e del governo svizzero.
Si apre così uno spiraglio di luce nel dramma di oltre 200 ragazze, tutte studentesse, rapite nell'aprile del 2014 a Chicbok, nel nord del paese, da un gruppo di militanti islamici, ben noto per le sue scorrerie di sangue e di terrore.
Il ricatto
Il rapimento ha avuto una matrice ben precisa: la liberazione di militanti islamici, nelle mani del governo nigeriano, in cambio del rilascio degli ostaggi. E, nel corso di questi due lunghi anni, è stato caratterizzato da pressioni psicologiche sull'opinione pubblica realizzate con video e appelli lanciati dalle ragazze, che apparivano tutte coperte da veli.
Oltre 200 donne strumentalizzate e usate dai terroristi nella usuale strategia del ricatto. Alcune di loro erano con bambini in braccio, probabilmente frutto di unioni, spesso forzate, con i miliziani, altre recavano impresse sul viso le tracce della sofferenza.
Il filo conduttore di queste strategie è sempre stato quello di indurre il governo a cedere alle proprie richieste. Un braccio di ferro che si è concluso felicemente per una parte esigua di ragazze, ma ci si interroga sulla sorte delle altre e sugli sviluppi futuri delle trattative.
Allo stato attuale sembra che il rilascio delle 21 giovani sia avvenuto in cambio della liberazione di 4 combattenti di Boko Haram, almeno secondo una notizia diffusa dal quotidiano The Vanguard.
Ma la notizia è stata poi smentita dal ministro dell'Informazione nigeriano.
Il terrorismo in Nigeria
Emerge un dato rilevante nell'analisi della situazione globale del paese: il persistere in Nigeria di una forte componente terroristica, specie nel nord-est, che impunemente semina da anni terrore e compie scempi, che rimangono spesso impuniti, sulla stessa popolazione. Tutto questo non fa che indebolire l'economia della nazione, inducendo molti abitanti ad un esodo forzato.
Il presidente infatti, proprio in questi giorni, è partito per la Germania per chiedere assistenza, al fine di ricostruire stabilmente la parte nord-orientale della Nigeria, devastata da continue azioni di violenza del gruppo islamista e dalle rappresaglie dell'esercito nigeriano.
Proprio ieri un attentato kamikaze, avvenuto a Maiduguri, ha seminato morte e desolazione. Ma non è che l'ennesimo episodio di un percorso di orrore, di matrice jihadista, che sembra non voler cessare.