Il Terremoto che ha colpito il Centro Italia è stato devastante, in alcune zone come Amatrice ha lasciato solo macerie. Ma i problemi non sono ancora finiti: oltre a quelli della ricollocazione delle persone sfollate dalle proprie abitazioni e della terra che trema ancora dopo due mesi, c'è un grave rischio che viene proprio dalle macerie. Durante i sopralluoghi per ripulire le aree sommerse dalle macerie, i vigili del fuoco hanno scoperto che ad Arquata del Tronto e in altri paesi colpiti dal sisma, da sotto ai detriti emergevano lastre di materiale pericolosissimo per la salute: l'Amianto.

Dal 1992 l'amianto è stato messo al bando, perché dannoso per la salute, ma prima di allora era stato utilizzato per la realizzazione di diverse opere: tetti, tubature, scarichi fognari, acquedotti e perfino canne fumarie e cassoni dell'acqua.

I carabinieri aprono un'indagine sull'amianto ritrovato

I carabinieri del nucleo operativo di Arquata del Tronto hanno aperto un'indagine volta a capire se, come sembrerebbe da alcuni rilevamenti fatti anche da vigili del fuoco, si sia utilizzato l'amianto anche dopo la messa al bando del materiale nel 1992. Ciò comporterebbe un reato gravissimo al quale, se accertate tali responsabilità, dovranno rispondere le imprese che si sono macchiate di tale colpa.

Sempre che tali aziende siano ancora in attività, dato che sono passati oltre 20 anni da quella legge. I carabinieri hanno già scoperto gravi irregolarità nelle ristrutturazioni avvenute negli edifici storici e in altre strutture; erano state persino costruite pesanti coperture in pietra su pareti molto fragili. Intanto i carabinieri hanno requisito la documentazione relativa alle strutture dalle cui macerie è emerso l'amianto.

A rischio per l'amianto soccorritori e residenti

Costantino Saporito ha affermato che sindacato di base dei vigili del fuoco aveva inviato subito una lettera al Ministero dell'Interno richiedendo che si facesse un'indagine immediata per verificare se nell'aria potessero esserci pericolose particelle di amianto.

Queste possono provocare il mesotelioma ed altre patologie tumorali di grave entità. Ne è un esempio il caso di Livorno, dove gli ex operai della fabbrica di automobili Trw continuano ad ammalarsi, benché siano passati molti anni, di mesotelioma da amianto; costoro sono stati in una struttura che aveva 60 mila metri quadrati di eternit come copertura.

L'amianto, sparso nell'aria dopo i crolli causati dal terremoto, è diventato un pericolo molto elevato sia per i residenti, che hanno il permesso di recarsi nel posto in cui sorgeva la propria abitazione per cercare di recuperare più oggetti possibili, sia per i soccorsi. Costantino Saporito ha anche parlato del fatto che spesso, per accelerare i tempi di recupero delle persone da sotto alle macerie, i soccorritori non hanno usato adeguate protezioni, per timore di arrivare troppo tardi.

Tempi di rimozione e opere di bonifica

La bonifica del territorio dall'amianto presente sotto le macerie è cominciata, ma il tempo instabile che c'è in questi giorni rende più lunghe le operazioni, che sotto la pioggia cessano. Quindi non è possibile al momento né stabilire quando le operazioni termineranno, né capire quando l'amianto sarà completamente eliminato, né definire per quanto tempo le particelle disperse nell'aria potranno essere nocive.

L'amianto è un materiale letale, che rimane silente nel corpo e si manifesta dopo molti anni, e spesso in maniera virulenta e improvvisa. Un'altra piaga che affligge un territorio già pesantemente martoriato dal sisma, e che nel dopo terremoto non riesce a ritrovare la pace. Ricominciare in questa situazione rende le cose ancora più difficili.