In queste ore si gioca un'altra partita della battaglia mediatica tra Valentina Pitzalis e i genitori di Manuel Piredda. Se per la giustizia italiana è comprovato il racconto della sopravvissuta, un parere legale va ad infrangersi contro la verità giudiziaria emersa a sfavore del giovane di Gonnesa. Stavolta, oltre alle incongruenze evidenziate dalla famiglia del ragazzo, a parlare è, infatti, l'avvocato dei Piredda, Gianfranco Sollai.

Le sue parole, battute da alcune agenzie, rivendicano il diritto di ogni imputato a non essere ritenuto colpevole sino a condanna definitiva e criticano la scelta di ingaggiare la Pitzalis come testimonial contro la violenza di genere.

Guerra di trincea

Giuseppe Piredda e Roberta Mamusa continuano a chiedere a gran voce che si riapra il caso, archiviato dalla Procura di Cagliari in seguito all'apertura di un fascicolo per tentato omicidio e incendio doloso. Al pari di un'altra famiglia italiana, quella del cameraman Mario Biondo, i genitori di Manuel Piredda cercano di far valutare agli inquirenti piste alternative alla ricerca di elementi chiari e inconfutabili sulla morte del figlio.

In particolare, a sollevare numerosi dubbi sul modus operandi delle indagini, è proprio Roberta Mamusa. In varie sedi, non ultima quella formale dell'istanza di riapertura del caso depositata nell'ottobre scorso, la madre del giovane ha rilasciato dichiarazioni molto importanti circa le perplessità che i parenti nutrono. Tra le tante cose emergono l'assenza di un'autospia e le "bugie" che, stando alla posizione dei Piredda, la Pitzalis porterebbe avanti mediaticamente per mantenere il suo ruolo di vittima. Una guerra di trincea che solo la riapertura del caso potrebbe portare a conclusione, pur nell'ipotesi di una riconferma della verità giudiziaria sinora conosciuta. I genitori di Manuel si dicono pronti a tutto, pur di arrivare all'approfondimento di tutti gli aspetti del caso.

Un riesame potrebbe consentire alla stessa Valentina Pitzalis di fugare le ombre che si sono formate pubblicamente intorno alla sua figura di donna vittima di violenza.

Parla l'avvocato: si va contro l'art. 27

Gianfranco Sollai, legale difensore della famiglia Piredda, ha appena rilasciato alla stampa una dichiarazione chiara sui ruoli individuati ufficialmente in questo drammatico caso di cronaca. Nelle sue parole sono raccolte alcune importanti note critiche: "La Polizia ha organizzato un'iniziativa contro la violenza sulle donne, chamando Valentina Pitzalis a lanciare un suo messaggio, accreditando quindi le accuse nei confronti del marito deceduto. Tutto ciò in contrasto con l'art. 27 della Carta costituzionale, che stabilisce come l'imputato non sia considerato colpevole sino alla condanna definitiva.

Piredda, indagato nonostante fosse deceduto, non ha potuto nominare un difensore, nè si è in alcun modo potuto difendere. Ciò nonostante è stato ritenuto autore di delitti gravissimi, non solo dalla moglie separata ma anche dalle istituzioni".

Quanto affermato dall'avvocato Sollai richiama la decisione di archiviare il caso per morte del reo, adottata da Pm e Gip della Procura di Cagliari, sulla base del convincimento che la testimonianza della Pitzalis fosse assolutamente attendibile. Il legale conclude così: "Preciso che a carico del povero Manuel Piredda non solo non è stata emessa alcuna condanna, ma non ha assunto neppure la veste di imputato, come recita la Costituzione".