Mario Adinolfi è stato bannato per un mese da Facebook e molti articoli presenti in rete chiosano la notizia con un secco "finalmente!".
Il giornalista, che da anni ormai lascia esterrefatti il pubblico e i commentatori del web italiano per le sue posizioni retrive, ha subito il ban del più grande social medium mondiale, dopo aver commentato l'avvenuta eutanasia in Svizzera di DJ Fabo.
DJ Fabo divenne famoso alcuni mesi fa, quando pubblicò la sua straziante richiesta di poter morire dignitosamente: a fronte di una vita emozionante e vitale, in giro per il mondo a suonare nei locali e a praticare la sua seconda passione, il motocross, era da anni divenuto tetraplegico e cieco, dopo un grave incidente.
In diverse interviste aveva dichiarato l'impossibilità, dato il suo carattere esplosivo, di condurre un'esistenza relegata su una carrozzina e assistito perennemente in tutte le azioni, anche quelle più elementari.
Visto che l'Italia non ha una legge su tale materia, anche se da anni si chiede al Parlamento di legiferare in merito, perché sono tanti i malati terminali o i disabili gravi che non accettano una vita di dolore e sofferenza, egli ha deciso di recarsi nella vicina Svizzera, dove l'eutanasia è legale, e ha posto fine ai suoi giorni.
La notizia ha ovviamente rattristato tutta l'opinione pubblica, perché se è pur vero che era quello che il quarantenne milanese desiderava, la morte di un giovane uomo crea sempre dolore.
Certamente la reazione della Chiesa e dei conservatori italiani era attesa, ma nessuno poteva certamente immaginare che Adinolfi pubblicasse una frase delle più brutte che gli siano mai uscite dalla bocca - o dalla tastiera, dato che lo ha scritto su Facebook - e ne aveva già dette tante.
Adinolfi ha scritto sulla sua pagina un pistolotto insensato sul fatto che l'eutanasia porta solo denaro agli Stati che la praticano - non rendendosi conto che se anche l'Italia si decidesse ad avere una legge in merito, non sarebbe più così -, quindi la morte assistita diventa un fatto legato solo al denaro e a chi può permettersela o no.
E, forse per colpire di più i suoi followers, ha scritto: "Hitler almeno i disabili li eliminava gratis".
Questo commento è a dir poco vergognoso, perché chi ha studiato un po' di storia sa benissimo che "Hitler eliminava gratis i disabili" certamente senza previo il consenso degli interessati o delle famiglie: fu un'imposizione emessa dall'alto, non per alleviare il dolore di una vita divenuta qualitativamente una sofferenza unica, ma solo per migliorare la razza ariana. Diversi storici poi ipotizzano che sia stato anche una "sperimentazione" per quella sarebbe divenuta la Shoah, quindi l'eliminazione sistematica e programmata di milioni di ebrei nei campi di concentramento.
Definire la frase di Adinolfi infelice non basta.
Essa contiene un concetto talmente aberrante da mettere in dubbio l'umanità stessa di chi l'ha pronunciata.
Grazie alla rivolta e alle segnalazioni di migliaia di utenti, Facebook ha deciso per il ban di un mese.
E in nome della civiltà non si può che plaudire a questa decisione, augurandosi che il nostro Parlamento finalmente prenda una posizione chiara anche nei confronti di un'eventuale legge tanto richiesta.