Ai fan di tutto il mondo non interessa l'annosa polemica di Paul o Faul (una teoria complottista vorrebbe che il bassista dei beatles fosse morto nel 1966 e sostituito poi da un sosia), o se fossero meglio i Beatles o i Rolling Stones, Sir Macca resta uno dei musicisti più amati di tutti i tempi.

Nato a Liverpool, il 18 giugno del 1942, Paul McCartney proveniva da una famiglia di modesta estrazione. La madre morì di un tumore al seno - triste destino che toccherà anche all'amatissima moglie Linda McCartney - quando Paul e il fratello Mike erano ancora bambini.

Questo dolore fu uno dei punti di contatto che egli condivise, nel 1956, quando conobbe John Lennon, di due anni più vecchio, il quale dalla madre era stato abbandonato giovanissimo.

John era già il leader del gruppo musicale Quarrymen e quando ascoltò Paul suonare la chitarra, decise immediatamente di annetterlo alla band. Era il 1956, ci volle ancora qualche anno, tanta gavetta e molti concerti dal vivo prima di arrivare alla formazione ufficiale - che prevedeva George Harrison alla chitarra e Ringo Starr alla batteria - che cambiò poi non solo la scena artistico-musicale dell'Inghilterra, ma del mondo intero, tanto che per la prima volta nella storia si coniò un termine che poi venne mutuato nel tempo con altri fenomeni della stessa portata: la Beatlesmania.

Paul McCartney nella storia della musica: i suoi meriti

Paul McCartney è stato autore con John Lennon delle canzoni più belle e più vendute del XX secolo e le maggiori riviste musicali hanno concordato sul fatto che i Beatles siano stati il gruppo più importante della storia della musica.

Musicalmente più preparato di Lennon, McCartney era un autore più eclettico.

Sue sono le romantiche ballate Yesterday e Michelle, ma anche quella Helter Skelter che - fraintesa dalla follia - guidò la mano della "famiglia" di Charles Manson ad uccidere l'attrice Sharon Tate e altre sei persone, nell'agosto del 1969.

Anni dopo, McCartney dichiarò che, in realtà, l'aveva composta in modo assolutamente scherzoso, per mostrare agli Who come si scriveva una canzone tutta chitarra e poco senso.

Sua era anche Eleanor Rigby, che è ricordata dalle riviste musicali come la prima canzone pop in assoluto con un testo che tratta di morte e solitudine. Sua è Hey Jude, dedicata al figlio di John Lennon, Julian, - il titolo originale infatti era "Hey Jules" - che stava soffrendo del divorzio fra il padre e la madre Cynthia e che comprendeva quattro minuti di "na na na na" per cui il gruppo litigò ripetutamente, tanto che nella registrazione si sente chiaramente la voce di Paul stesso esclamare "Fucking hell!" e fu lasciata per volere di John Lennon.

Sua fu quella che poi divenne il canto del cigno del gruppo, quella Let it be che lanciava il segnale di resa da parte di Paul nel tenere il gruppo unito.

Ringo Starr ha dichiarato recentemente che se non ci fosse stato Paul, il gruppo avrebbe pubblicato probabilmente la metà degli album.

E infine sua era quella All my loving che si dice suonasse alla radio del Roosvelt Hospital di New York, la sera dell'8 dicembre 1980, quando John Lennon stava morendo su una barella e i medici lo stavano rianimando, nel disperato tentativo di salvarlo. E' noto che, per Lennon (sempre iper critico), quella era l'unica canzone davvero ben riuscita dei Beatles ed era di Paul.

Padre e nonno affettuoso, grande imitatore, amico devoto degli ex Beatles e di tanti giovani musicisti, grande benefattore e promulgatore di cause umanitarie e animaliste, a Paul McCartney non manca nulla, tanto meno un buffo soprannome: Sir Macca, dall'unione del titolo conferitogli dalla Regina Elisabetta nel 1965 e del cognome.

Happy birthday, Sir Macca!