Siamo soli nello Spazio? Una domanda che ci poniamo da decenni, forse perfino millenni, a giudicare dai graffiti risalenti all’antico Egitto. I quali raffigurano spesso figure sferiche molto simili ad UFO. Dove si trovano allora gli alieni? E come sono fatti? Certo, vi sono raffigurazioni, come quella di ominidi ritratti in foto verosimili, ma anche raffigurazioni più buffe come quella di E.T.
o più spaventose come quella offertaci dal film di fantascienza Alien. Ma non abbiamo ancora prove inconfutabili.
E se davvero esistono, gli alieni sono mai stati sulla Terra? A fornirci una interessante risposta ci pensa Alan LaVern Bean, ex astronauta americano, che di Spazio se ne intende. Essendo stato il quarto uomo sulla Luna e ha preso parte alle missioni Apollo 12 e Skylab 3. Ecco cosa ci dice a riguardo.
Secondo Alan LaVern Bean alieni esistono ma non sono mai stati sulla Terra
Oggi Alan LaVern Bean è un arzillo vecchietto di 85 anni, il quale vanta il fatto di aver trascorso nello spazio 69 giorni, 15 ore e 45 minuti. Oltre ad essere stato sulla Luna.
L’ex astronauta, intervistato nella sua abitazione di Houston dal portale news.com.au, ha lasciato la NASA nel 1981 per dedicarsi alla pittura. Non a caso, nei suoi dipinti ha spesso ritratto scene legate al suo vecchio lavoro. Immancabile ovviamente un autoritratto sulla Luna.
Riguardo l’esistenza di alieni, Bean non ha dubbi, dato che esistono miliardi di stelle e queste stelle hanno pianeti. Pertanto, statisticamente, devono per forza esistere molti altri pianeti con forme di vita. In taluni casi 100mila anni più indietro di noi, in altri, di contro, 10mila anni avanti. E così come forme di vita come siamo noi adesso. Riguardo poi la possibilità che gli alieni siano stati sulla Terra, l’ex astronauta tende ad escluderlo.
Secondo il suo ragionamento, per approdare sulla Terra questi alieni devono essere più avanzati di noi visto che l’hanno fatto prima di noi e, oltretutto, dovrebbero essere anche più altruisti ed amichevoli. Magari consegnandoci studi su come sconfiggere il cancro o malattie degenerative.
E, secondo Bean, tra mille anni lo stesso faremo noi recandoci in altre stelle. Per una sorta di globalizzazione della conoscenza. Una visione un po’ ottimista, rispetto ad altre raffigurazioni, soprattutto cinematografiche. Che vedono soprattutto guerre tra mondi più che interscambi di conoscenze.