Almeno 58 morti e 160 feriti o intossicati. Secondo l'Osservatorio Nazionale per i diritti umani (Ondus), è questo il tragico bilancio, purtroppo ancora provvisorio, di un raid aereo avvenuto oggi, 4 aprile, in Siria (nella provincia di Idlib). Tra i morti, ci sono anche 11 minori. Solo qualche anno fa, sotto la minaccia di un intervento degli Stati Uniti, il regime di Assad si era impegnato a consegnare l'arsenale chimico.
Qualche mese dopo, nell'ottobre 2013, l'agenzia Onu che vigila su queste armi (OPAC) fu insignita del Nobel per la Pace. Ma ora il condizionale sull'effettivo disarmo chimico della Siria è d’obbligo.
I raid con il sospetto uso di gas in Siria
L'attacco è avvenuto a Khan Sheikhun, nella provincia di Idlib, in mano ad insorti e qaedisti dell'organizzazione Fatah al Sham (ex Fronte al Nusra), una zona che non è tornata sotto il controllo di Assad. Il bilancio di 58 morti e 160 feriti o intossicati è da considerarsi purtroppo ancora provvisorio, poiché da fonti mediche si apprende che ci sono anche alcune persone in gravi condizioni.
In un secondo attacco è stato distrutto anche l'ospedale da campo dove veniva prestato soccorso ai feriti. Lo afferma il capo del servizio di difesa civile dell'opposizione a Khan Seikhun, citato dall'agenzia Ap. Secondo gli attivisti, i raid sono stati opera dell'esercito siriano o di quello russo che in Siria è schierato al fianco di Assad.
Le reazioni all’attacco in Siria.
La Francia ha chiesto una riunione “urgente” del consiglio di sicurezza dell'Onu. L'alta rappresentante per la politica estera europea, Mogherini, ha definito il raid “orribile: un drammatico promemoria del fatto che la situazione sul terreno continua ad essere drammatica”. Sulla stessa lunghezza d'onda il ministro degli Esteri britannico, Johnson, che afferma la necessità di un'inchiesta sull'accaduto per scovare i responsabili. Infine, il presidente della Turchia, Erdogan, ha definito l'attacco “disumano e inaccettabile”.
Per essere aggiornato in tempo reale sulle notizie dell’ultim’ora, clicca su “Segui”