Questa è una di quelle vicende che lasciano un senso di profonda tristezza ma anche di grande empatia umana in chi ne viene a conoscenza. Cinzia Manganaro ha 42 anni, fa la maestra e proviene da Noto, in provincia di Siracusa. La donna ha un bambino di 12 anni, Sergio, disabile al 100%, che non potendo eseguire alcun tipo di movimento e dovendo quindi restare costantemente a letto, ha sviluppato gravi piaghe da decubito.

Il bambino, che è tetraplegico, deve avvalersi di un respiratore artificiale e alimentarsi tramite un piccolo tubo che arriva in modo diretto allo stomaco. Sergio ha bisogno di un'assistenza costante: non solo necessita di essere pulito ma anche che gli venga aspirato il muco e somministrati i farmaci ad orari regolari.

Senza assistenza, impossibile una vita normale

La famiglia di Sergio, in base alla legge vigente, avrebbe diritto ad un'assistenza qualificata di 8 ore giornaliere ma purtroppo al momento può avvalersi dell'aiuto di un infermiere per sole 2 ore al giorno. Questo, ovviamente, rende impossibile ai genitori una vita normale, costituita di elementi semplici come può essere ad esempio una cena fuori.

Una situazione del genere, logicamente, non può che mettere a durissima prova lo stato d'animo della coppia, ormai logorata dalla gravosa condizione in cui versa. Cinzia, infatti, dichiara: 'Questo sistema malato ci sta facendo morire dietro ad un figlio disabile, ci fa quasi desiderare la morte di un figlio per desiderare una vita normale'. Del resto, le persone con cui la donna si consulta non riescono ad incoraggiarla, perché le fanno presente che in mancanza di fondi, le uniche alternative siano cercare 'conoscenze' adeguate per vedersi riconosciuti quelli che sono i propri diritti o addirittura rassegnarsi a mandare il piccolo in un istituto.

La rabbia e la scelta di denunciare

Cinzia e il marito Giovanni Parentignoti sono comprensibilmente sfiniti ed indignati per il fatto di essere stati totalmente abbandonati dalle istituzioni e così pochi giorni fa hanno deciso di sporgere denuncia contro l'Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa.

La coppia chiaramente ama molto il proprio bambino ma ha una condivisibile necessità di potersi riappropriare di almeno qualche piccola parentesi di normalità e dignità, proprio per potersi ricaricare e dare così al piccolo tutto il supporto di cui ha bisogno. La denuncia riuscirà a cambiare le sorti di questa famiglia?