Siamo a Pavia e ci troviamo di fronte ad una storia che ha davvero dell'incredibile, perché fa emergere un'assoluta e inspiegabile mancanza di sensibilità. Sabato 29 aprile, nel pomeriggio, una mamma stava tornando a casa in autobus con la figlia minore di un anno e mezzo, la babysitter e con il primogenito di 8 anni, disabile in carrozzina, quando si è trovata a vivere una disavventura che si sarebbe potuta tranquillamente evitare con un minimo di accortezza e buone maniere. All'andata era andato tutto perfettamente, perché un autista gentile e disponibile aveva fornito alla madre e al piccolo la pedana alla loro fermata di partenza, il quartiere Vallone, e successivamente li aveva aiutati a scendere una volta giunti a destinazione.
Un'insensibilità assolutamente incomprensibile
Al ritorno, invece, poco dopo le 18, l'autobus si è fermato in Corso Strada Nuova in un punto che purtroppo non si trovava vicino al marciapiede e quindi la donna non riusciva a far salire la carrozzina. L'autista, allora, ha aperto la pedana in maniera seccata e, una volta risalito sull'autobus, ha iniziato a sbatterla in maniera eccessivamente energica. Il bambino, che percepisce bene la rabbia degli altri e che, a causa della sua patologia, non tollera molto i rumori forti, è scoppiato in lacrime e non riusciva a tranquillizzarsi. A quel punto, la madre e la tata hanno scelto di dividersi e mentre la prima è rimasta con la bimba più piccola sull'autobus, la seconda è scesa due fermate più tardi, proseguendo a piedi fino a casa, perché il piccolo non ha più voluto salire su un altro mezzo.
Ed è stato in quel momento che l'autista ha dichiarato: 'Per due fermate, la prossima volta ti spezzo le gambe e le braccia', lasciando nello sconcerto la mamma, che gli ha fatto presente che suo figlio deve potersi avvalere come gli altri del diritto di utilizzare i mezzi.
La famiglia chiede di poter reclamare
Il padre del bambino, che vuole ovviamente andare a fondo di questa incresciosa vicenda, ha provato a chiamare la Line per effettuare un reclamo ma non è riuscito a parlare con nessuno.
Sergio Resconi, amministratore delegato dell'azienda, ha affermato di non aver avuto segnalazioni, con grande probabilità a causa della chiusura degli uffici, ma di essere sicuramente disposto a dialogare con la famiglia. La speranza è che possano arrivare delle scuse e soprattutto che il Comune riesca finalmente ad assicurare una maggiore sicurezza in tutte le fermate, in modo che il servizio di trasporto possa davvero essere garantito a chiunque.