Tragedia in una famiglia di etnia rom a Roma. Questa notte tre sorelle di 20, 8 e 4 anni che facevano parte di una famiglia di 11 persone, sono morte nell'incendio che si è sviluppato nel camper dove dormivano con i genitori e gli altri fratelli. Il camper si trovava in via Mario Ugo Guattari, zona Centocelle, periferia est della Capitale, fermo in un parcheggio di un centro commerciale.
Gli altri componenti della famiglia Halinovic, questo il loro cognome, genitori e fratelli, sono riusciti a salvarsi ma sono sotto choc. Sul posto vigili del fuoco, polizia e vigili urbani.
Il rogo nella notte
Le fiamme sono divampate stanotte intorno alle 4 per cause ancora da accertare. La Polizia Scientifica sta facendo tutti i rilievi per cercare di capire come possa essere scoppiato l'incendio. Dai primi accertamenti, risulta che tutta la famiglia composta da 11 persone dormisse sul camper. A quanto pare le tre vittime si trovavano in una sorta di soppalco all'interno del mezzo e sono rimaste intrappolate senza avere scampo, quando le fiamme si sono propagate.
Alcuni dei componenti della famiglia Halinovic sono riusciti a scappare in tempo, altri sono stati estratti dai vigili del fuoco arrivati sul posto. Due cadaveri sono stati trovati subito, un altro poco dopo tra la disperazione dei parenti. Sulle cause del rogo non si può escludere al momento nessuna ipotesi neanche quella dolosa. Il camper sostava da pochi giorni nel parcheggio di quel centro commerciale circondato da palazzi. Ma è presto per dire se qualcuno abbia visto come siano andati i fatti, o sia accorso in aiuto della famiglia rom. Dopo la polizia municipale, con i vigili del fuoco sono arrivati sul posto i poliziotti dela Squadra Mobile e della Digos e dei commisariati di Tor Pignattara e Prenestino.
Fuga dal campo nomade, tra degrado e criminalità
Il clan dei rom, aveva scelto questa nuova postazione da qualche giorno, dopo aver lasciato, per motivi che al momento non sono noti, il campo rom di via Salviati a Tor Sapienza più volte al centro delle cronache per tristi primati: l'essere una discarica a cielo aperto, un luogo dove ci sono cumuli di spazzatura e purtoppo da più di vent'anni anche continui roghi tossici denunciati dai residenti stremati, per ironia della sorte situato a pochi metri di distanza dall'ufficio immigrazione della Questura. Il campo è una sorta di zona franca all'insegna di illegalità, criminalità, terribili condizioni igieniche e dove fanno fatica ad accedere anche le forze dell'ordine.
In questi stessi luoghi, il 5 dicembre scorso fu trovata morta Zhang Yao, una studentessa cinese travolta da un treno mentre inseguiva i suoi scippatori che l'avevano appena derubata e che secondo le indagini provenivano proprio da quel campo. Quell'accampamento, istituito nel '96 dall'allora sindaco di Roma, Francesco Rutelli, doveva essere per delibera un insediamento provvisorio, dove per soli sei mesi dovevano stabilirsi al massimo 230 rom. Dall'ultimo censimento fatto, risulta che ce ne siano almeno 800 di persone e di due etnie, bosniaci e sinti, in una situazione di difficile convivenza. Il clan Halinovic, composto da 11 persone, aveva appena lasciato quel posto infernale, forse per scampare un pericolo reale. Di fatto è incappato in una tragedia dai contorni ancora oscuri.