Presentate nei giorni scorsi - da Maria Elena Boschi, sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega alle Pari opportunità - la bozza del nuovo Piano nazionale antiviolenza e la proposta di linee guida per le aziende sanitarie e ospedaliere relative al soccorso e all'assistenza di donne vittime di violenza. La presentazione è avvenuta durante un incontro congiunto dell'Osservatorio antiviolenza e della Cabina di regia interistituzionale.
Temi molto delicati, tornati d'attualità dopo gli ultimi, gravi, fatti di cronaca che hanno scosso l'Italia. Dal sito internet del Dipartimento per le Pari opportunità si apprende che le linee strategiche del Piano, la cui durata è triennale, derivano da un intenso percorso di confronto e, soprattutto, di riflessione, che è stato avviato diversi mesi fa, precisamente nel febbraio scorso, con la partecipazione di altre amministrazioni centrali, regioni e comuni, nonché con le associazioni giornalmente impegnati sul fronte antiviolenza e gli enti pubblici di ricerca.
'Perseguire e punire'
La bozza dello stesso Piano prevede un'articolazione chiaramente strutturata, secondo tre linee d'intervento, per la massima aderenza alla Convenzione di Istanbul, che è stata ratificata dal nostro Paese nel giugno di quattro anni fa.
Le linee: prevenzione della violenza, con piani educativi, di comunicazione e formazione degli operatori appartenenti al settore pubblico e a quello privato; protezione e sostegno delle vittime, con lo sviluppo di reti territoriali antiviolenza; infine, s'intende "perseguire e punire", in stretta sinergia con le istituzioni, Csm, tribunali penali, civili e per i minorenni, ministero della Difesa, della Giustizia e dell'Interno. Particolare attenzione viene posta dal documento sui temi legati alla violenza nei luoghi di lavoro, alla prole testimone di violenza, agli orfani di femminicidio e alle donne migranti. A completare il Piano un sistema di raccolta dei dati ad opera dell'Istat e un'analisi valutativa, condotta dal Dipartimento con Irpps-Cnr, su interventi finanziati e sui loro effetti.
Le linee guida nazionali, redatte con il contributo dell'avvocato Lucia Annibali, consulente del dipartimento, saranno adottate con un decreto del Presidente del Consiglio d'intesa con la Conferenza Stato-Regioni e Province autonome. L’Irpps è un Istituto interdisciplinare di ricerca che svolge studi su tematiche demografiche e migratorie, sui sistemi di welfare e sulle politiche sociali, sulla politica della scienza, della tecnologia e dell'alta formazione, sui rapporti tra scienza e società, su creazione, accesso e diffusione della conoscenza e delle tecnologie dell'informazione.
'Odiosa negazione della dignità'
Sullo stesso sito web del dipartimento è possibile prendere visione del Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, articolo 5 del Decreto legge numero 93 del 14 agosto 2013, convertito nella legge 119 del 2015.
Il Piano è stato adottato con Decreto del Presidente del Consiglio e attua la Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, il primo strumento che può definirsi "giuridicamente vincolante" in materia. "La violenza maschile contro le donne è una minaccia", si legge on line, "al godimento dei diritti e delle libertà fondamentali". Una "minaccia" che implica diverse violazioni dei diritti delle stesse donne, costituendo "una odiosa negazione della loro dignità".
'Presa di coscienza politica'
Oltre a ratificare la convenzione, l'Italia ha approvato anche una legge contro il femminicidio, la 119 del 2013, che proprio all'articolo 5 prevede l'adozione del Piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere, per mettere in atto un sistema di politiche che integri, sul fronte degli interventi, le previsioni di ordine penale contenute nella legge. Il Piano rappresenta 'una presa di coscienza politica', si legge inoltre sul sito del dipartimento, e pone in evidenza anche la connessione fra discriminazione e violenza.