Il ministero della Salute ha avviato un'indagine dopo la morte di una bambina, il 4 settembre scorso, a Brescia. "La causa del decesso è la malaria cerebrale", si legge in una nota apparsa sul sito web dell'Istituto superiore di sanità. Intanto, sono in corso approfondimenti per identificare l'origine dell'infezione. Ad agosto, la piccola è stata ricoverata a Portogruaro e a Trento, prima per un episodio di diabete infantile poi "per quella che si pensava essere una faringite". Nel corso di un nuovo ricovero, il 2 settembre, è stato rilevato il "Plasmodium falciparum" nel sangue della bimba.
Tenuta in considerazione, da subito, la possibilità che l'infezione contratta "fosse collegata al ricovero per malaria" di alcuni componenti di una famiglia rientrata da una vacanza in Burkina Faso, ricoverati a Trento nei giorni un cui era presente anche la piccola. Per verificare l’eventuale presenza di zanzare anofele, piazzate quattro trappole nel reparto di Pediatria di Trento. Esito negativo, "tuttavia non si può escludere che ce ne fossero durante il ricovero della piccola".
Le analisi di laboratorio
Dalla stessa nota diffusa on line dell'Iss, pubblicata anche dal sito internet del ministero della Salute, si apprende che i risultati delle prime analisi di laboratorio hanno rivelato che il parassita responsabile della malaria è lo stesso sia nella bambina deceduta che nelle altre persone rientrate dal Burkina Faso.
All'Iss si sta completando il campionamento per valutare quali siano state le possibili vie di trasmissione. Si procederà all'avviamento di analisi molecolari, che richiederanno diversi giorni, per esaminare l'identità tra i ceppi da cui è stata infettata la piccola e quella degli altri pazienti colpiti dallo stesso parassita.
Fra le principali emergenze sanitarie del pianeta
La malaria, definita così per la credenza che venisse contratta dai miasmi emanati da acque stagnanti, è una grave malattia causata da protozoi parassiti trasmessi all'uomo da zanzare, ad attività prevalentemente notturna, del genere Anopheles. La malaria è endemica in diverse zone dell'Africa, dell'Asia e dell'America centrale e latina, nelle Isole caraibiche e in Oceania.
"Circa 500 milioni di malati ogni anno e oltre un milione di morti", si legge fra le pagine web dell'Istituto superiore della sanità. Una minaccia per oltre il 40 per cento della popolazione mondiale, principalmente quella che risiede nei cosiddetti Paesi poveri, e una delle emergenze sanitarie dell'intero pianeta, con Tubercolosi e Aids. Viene ritenuta anche la prima malattia d'importazione in assoluto, trasmessa da vettori, anche per i movimenti migratori, negli Stati Uniti d'America e in Europa.
Agenti patogeni e vettori
Sono complessivamente quattro gli agenti eziologici della Malaria, tutti appartenenti al genere Plasmodium: Falciparum; Vivax e Ovale, Malariae. È quanto si apprende da Epicentro, il portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica, a cura del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell'Istituto superiore di sanità.
La malaria si contrae a causa della puntura della femmina di una delle diverse specie di zanzare, circa sessanta, rientranti nel genere Anopheles, dopo che questa si è infettata suggendo il sangue da una persona già ammalata. Prima che l’Anofele infetti, il plasmodio deve compiere un ciclo di sviluppo all’interno della zanzara. All’interno dell'ospite umano, il parassita si modifica e riesce ad eludere le difese immunitarie. I sintomi appaiono da sette a quattordici giorni dopo la puntura: vomito, diarrea, mal di testa e febbre elevata. La malaria da Plasmodium falciparum può distruggere i globuli rossi, provocando anemia e ostruzione dei capillari che irrorano il cervello. In tal caso si tratta di Malaria cerebrale, la più grave di tutte le altre.