Il ragazzo "sta nascondendo suo padre, lo protegge, ma quello non si salverà, ha fatto tutto lui". Disperato, arrabbiato il padre di noemi durini, uccisa a 16 anni dal fidanzato reo confesso nel leccese, oggi è andato a casa dei genitori del presunto omicida, ha preso a calci il cancello, e solo l'intervento dei carabinieri ha evitato il peggio. Ha accusato il padre del fidanzato, convinto che abbia un ruolo fondamentale nell'omicidio di sua figlia.
E di fronte alla casa dei genitori del ragazzo, si è sfogato con i giornalisti presenti.
Il padre di Noemi piomba a casa dei genitori del reo confesso
"Non credo che il ragazzo abbia fatto tutto da solo, il padre ha avuto un ruolo perché odiavano mia figlia". Oggi si sono trovati quasi faccia a faccia due mondi: quello di Umberto Durini, il padre di Noemi, con la sua disperazione, e quello di Biagio Marzo, padre di Lucio, indagato per concorso nell'occultamento di cadavere. Umberto voleva affrontare di persona il padre di Lucio, in cerca della verità. "Me l’ha uccisa, vieni fuori ba***rdo", ha urlato più volte tentando di entrare nella casa di Montesardo, la frazione di Alessano in cui abita la famiglia del ragazzo.
"Ha fatto tutto lui, ha occultato il cadavere, sono venuto perché stanno diffamando mia figlia, dicono che sarebbe uscita con il coltello per uccidere loro. Non era perfetta, ma era brava. Mi diceva sempre papà aiutiamo Lucio". Umberto Durini ha raccontato che il padre aveva cacciato Lucio più volte di casa. E così lui, su richiesta della figlia, l'ha accudito, gli comprava le sigarette: "Il ragazzo era bravissimo, ma il padre aveva un odio indescrivibile per mia figlia". Poi ha ripetuto: "Indagate sul padre del ragazzo perché, da come ha parlato a 'Chi l'ha visto', si vede che aveva troppo odio per Noemi, secondo me è stato lui e il figlio lo sta coprendo anche perché, essendo minorenne, in Italia non avrà mai l'ergastolo".
Due mesi fa, Umberto aveva tentato di confrontarsi con Biagio per evitare il peggio, ma invano.
La Tac: non è stata uccisa con una pietra
La morte della vittima non è legata alla frattura del cranio. La Tac eseguita dal medico legale Roberto Vaglio sul corpo di Noemi nell'obitorio dell'ospedale di Lecce, ha evidenziato che il decesso non è avvenuto con un colpo di pietra in testa, come ipotizzato inizialmente. Infatti dall'esame non sono emersi segni di fratture scheletriche. Solo l'autopsia, slittata al prossimo lunedì, potrà chiarire le cause del decesso.
Punti oscuri, il padre di Lucio ora cambia versione
Ora il padre del 17enne sostiene che la sera prima della confessione, Lucio gli avrebbe raccontato di avere assassinato la fidanzata, e lui avrebbe invitato il figlio ad andare in caserma.
Se così fosse, le dichiarazioni e reazioni dei genitori andate in onda a "Chi l'ha visto" sarebbero state una messinscena. Il giovane, dal canto suo, ribadisce di aver fatto tutto da solo. La prima versione fornita dal ragazzo agli inquirenti, dopo che si era presentato spontaneamente in caserma, è stata che l'aveva uccisa con delle pietre. In un secondo momento, però, ha cambiato le sue affermazioni, parlando del coltello che la fidanzata avrebbe portato con sé nell'ultimo incontro per sterminare la famiglia di lui. Tuttavia, dopo aver rilasciato queste dichiarazioni, il presunto assassino non ha dato alcuna indicazione utile per ritrovare la lama. Il ragazzo, guardato a vista e in stato di fermo in una struttura protetta, ha detto: "avrei potuto uccidermi io, non avrei combinato questo casino".
Domani si terrà l'interrogatorio di garanzia.
Due famiglie in guerra
Questa è la storia di due famiglie in guerra. La mamma del 17enne aveva denunciato Noemi per atti persecutori. Il figlio era seguito dal Sert per problemi di dipendenza dalle droghe, e aveva avuto tre trattamenti sanitari obbligatori. La madre riteneva che non seguisse la terapia per colpa della fidanzata. Imma, la mamma di Noemi, aveva invece sporto più volte denuncia al tribunale dei minori, per tenere lontano il giovane dalla figlia, ma senza alcun risultato.