Arriva un nuovo codice di comportamento per i giornalisti del New York Times che gli impone di non manifestare le proprie opinioni personali sugli account personali dei social network. La portata del nuovo “codice deontologico” non è da poco e prescrive un cambiamento sostanziale nel comportamento e nell’espressione dei professionisti dell’informazione. A dettarlo è stato nientemeno che Dean Baquet, Executive Editor, del giornale e nelle Issues Social Media Guidelines for the Newsroom spiega tutte le motivazioni del gesto, non mancando di dettare con precisione le future linee comportamentali.

L’idea, dopo le polemiche lanciate dal Washington Post, in seguito alla campagna elettorale è abbastanza semplice: il giornalista non dovrebbe esprime le proprie opinioni, specie se “partigiane”, neanche nel suo profilo personale per evitare che la sua opinione sia confusa con quella espressa dal giornale.

Le linee guida

La premessa nasce dalla consapevolezza del New York Times di essere molto influente sui social – parliamo di decine di milioni di follower - e, per associazione lo sono anche i suoi singoli giornalisti. Da qui nasce quel senso di responsabilità citato nel documento che ha fatto sorgere la necessità di dettare nuove linee comportamentali.

Le Issues, pubblicate online sul sito del NYT, sono composte da un'introduzione, un po' di spiegazioni e 16 punti elaborati che dettano il comportamento da mantenere.

In particolare, come già annunciato, si chiede ai giornalisti di non esprimere sui social network opinioni parziali e si vieta di sostenere candidati, promuovere opinioni politiche, scrivere commenti offensivi. E' vietato anche far parte di gruppi segreti su Facebook perché anche lì il giornalista potrebbe esprimere opinioni "partigiane".

Le idee del giornalista non vanno confuse con quelle del giornale

Quello a cui il New York Times tiene, e lo precisa in modo cristallino, è che le idee del giornalista non vengano confuse con quelle del giornale.

Le linee non si rivolgono solo ai reporter di cronaca e politica, ma a tutte le redazioni del giornale. Altro aspetto che porta grane ai giornalisti ed al giornale è il rapporto con i lettori: assolutamente vietato criticare qualunque lettore, anche quello che sul profilo social del giornalista lo attacca. Il giornalista del NYT dovrà comportarsi sempre come un gentiluomo: non cedere a provocazioni, offese, critiche, perché "fortemente scoraggiati" a farlo dalle linee guida. Se la critica fosse particolarmente offensiva basterà limitarsi a non rispondere. Deduciamo quindi, che il servizio di informazione è pur sempre un servizio e quindi dovremmo dire che il lettore, al pari del cliente, ha sempre ragione.

Un esempio di come la novità sia stata accolta da giornalisti e lettori la troviamo sull’account Twitter di Jennifer Steinhauer a cui molti colleghi si sono agganciati per ironizzare sulla questione.

Ad ogni modo, per quanti non fossero ancora sazi di regole, oltre alle nuove linee guide, per quanti nutrissero ancora dubbi, il NYT pubblica, anzi ripubblica il decalogo dell’etica di redazione del 2004.