La classifica annuale stilata da Il Sole 24 Ore circa la qualità della vita nelle provincie italiane non porta buone notizie per la giunta Sala, che guida anche la città metropolitana: nella classifica 2017 il capoluogo lombardo scende dalla seconda all’ottava posizione e se da un lato ottiene ottime valutazioni per ricchezza consumi e lavoro, dall’altra ottiene la maglia nera per quanto riguarda giustizia e sicurezza.
Posizione 110, l’ultima della graduatoria.
La ricerca effettuata dal Sole 24 Ore si basa su 42 indicatori, suddivisi in sei macro aree: ricchezza e consumi, lavoro e innovazione, ambiente e servizi, demografia e società, giustizia e sicurezza, cultura tempo libero e partecipazione.
Nella classifica 2016 Milano si era classificata al secondo posto, dodici mesi dopo ha perso sei posizioni: sorte simile è toccata anche a Roma, 24 con 11 posizioni in meno, a Torino (40esima e meno cinque posizioni) e a Genova che ha perso 21 posizioni sino ad arrivare 48esima. La migliore in assoluto è Belluno, che ha tolto la vetta della classifica ad Aosta, quest’anno seconda.
Milano è la più ricca ma anche la più pericolosa
Grazie al primato ottenuto nella media Pil pro capite, nell’importo medio delle pensioni e nei depositi bancari, la città metropolitana lombarda è al primo posto nel segmento “ricchezze e consumi” e al secondo in quello “lavoro e innovazione”, dove Milano ottiene buoni risultati per quanto riguarda la disoccupazione giovanile (sesto posto) e il gap retributivo (terzo posto). La debacle arriva nel comparto sicurezza: Milano è ultima nelle 110 posizioni in classifica, lontanissima dalla provincia più sicura del Paese, la piemontese Verbano Cusio Ossola.
La città meneghina evidenzia cifre inquietanti: 109° posto nelle rapine, 116 ogni 100mila abitanti, e stessa posizione per scippi e borseggi, 545 casi ogni 100mila abitanti; 98sima nelle truffe informatiche, 345 ogni 100mila abitanti, stesso piazzamento nei furti in abitazione, 310 ogni 100mila abitanti; per i furti d’auto, Milano si piazza 101a con 319 casi ogni 100mila abitanti.
Considerando anche l’indice delle cause che durano più di tre anni e la litigiosità (le nuove cause, avviate nel corso dell’anno), si arriva all’ultimo posto in graduatoria.
Le altre provincie italiane
Quest’anno la classifica de Il Sole 24 Ore ha preso in esame nuovi parametri quali acquisti online, spesa in farmaci, anni di studio dei cittadini over 25. La vita migliore si ha lungo l’arco alpino: al primo posto di Belluno e al secondo di Aosta si aggiungono gli altri primi cinque posti in graduatoria, occupati da Sondrio, Bolzano, Trento, Trieste e la già citata Verbano-Cusio-Ossola.
La miglior provincia meridionale è Oristano, 52esima, mentre le peggiori in assoluto sono Brindisi, Napoli, Reggio Calabria, Taranto e il fanalino di coda Caserta.
Torino, come si diceva, è 40ma, Firenze 12ma, Bologna 14ma, Roma 24ma. La provincia di Monza e Brianza, nonostante sia vicina a quella del capoluogo, si ferma alla posizione numero 29, pur recuperando 12 piazzamenti rispetto all’anno precedente. Scendendo verso il basso, troviamo Venezia alla posizione numero 43 e Cagliari alla numero 55.
Queste, per finire, le migliori della classe: oltre a Milano, prima per ricchezza e consumi, si sono classificate al primo posto Ascoli Piceno per lavoro e innovazione, Sondrio per ambiente e servizi, Aosta per demografia e società, Verbano-Cusio-Ossola per la sicurezza, Firenze per cultura e tempo libero. Le peggiori, nelle corrispondenti posizioni: Caserta, Reggio Calabria, Fermo, Carbonia-Iglesias, Milano e Crotone.