La Federal Trade Commission (Ftc), l’autorità garante per la concorrenza e per la tutela dei consumatori negli Stati Uniti, torna all’assalto di Facebook: il social network di Mark Zuckerberg, secondo la Ftc, opera in un regime di sostanziale monopolio, infrangendo le norme statunitensi e, se questa tesi venisse accolta dal tribunale federale, l’imprenditore sarebbe costretto a cedere Whatsapp e Instagram.

La Ftc ha perso il primo round ma ora ha nuovamente infilato i guantoni

Già nello scorso dicembre la Federal Trade Commission aveva affrontato Facebook in una causa intentata per la stessa ragione, ma il giudice federale James Boasberg, della corte distrettuale di Columbia, aveva respinto le accuse ritenendo che le contestazioni presentate dall’autorità antitrust non fossero sufficienti per dimostrare un regime di monopolio.

Lo stesso giudice, tuttavia, aveva permesso alla Ftc di presentare un nuovo impianto accusatorio, se fossero emersi nuovi elementi, e questo è avvenuto nei giorni scorsi con il deposito di un documento di 80 pagine, rispetto alle 53 del dossier respinto.

Documenti interni di Facebook dimostrerebbero una posizione dominante e illegale

I contenuti nel nuovo fascicolo d’accusa ricalcano quelli del precedente ma portano nuovi approfondimenti, in particolare documenti interni prodotti da Facebook nei quali emerge una sorta di autocompiacimento per la sua forza sul mercato, tanto da avere la certezza di non poter subire alcuna insidia dall’esterno.

La Ftc compara i numeri degli utenti di Facebook, Whatsapp e Twitter con quelli degli altri social netwok, social media e chat, sottolineando che questo danneggia le aziende e gli utenti, perché risulta loro impossibile trovare valide alternative anche solo per attività pubblicitarie.

L’autorità federale, inoltre, spiega che nel 2012, quando avvenne l’acquisizione di Instagram, Facebook era già in posizione dominante per quanto riguardava l’uso dei personal computer, mentre era debole nel mercato degli smartphone: invece di realizzare proprie applicazioni per svilupparsi anche nel mercato del mobile, ha preferito acquisire i concorrenti soffocando di fatto il mercato, anche perché ha bloccato l’accesso alla sua interfaccia di programmazione delle applicazioni “blindando” qualsiasi possibilità della concorrenza di combattere il suo predominio.

La carta giocata da Facebook: la ricusazione della presidente della Ftc

Ora gli avvocati di Mark Zuckerberg hanno tempo sino al 4 ottobre prossimo per presentare le loro controdeduzioni e hanno già confermato che lo faranno. Nel frattempo, hanno tentato di bloccare il procedimento presentando istanza di ricusazione contro Lisa Khan, nuova presidente della Ftc, ma questo tentativo è andato a vuoto.

Khan è una voce molto nota negli Stati Uniti perché da anni ha preso posizioni decise contro il potere di alcune società tecnologiche, una posizione evidentemente molto fastidiosa tanto che la stessa istanza di ricusazione è stata presentata da Amazon, a sua volta sotto accusa per la stessa ragione, ovvero posizione eccessivamente dominante sul mercato. Anche in questo caso l’istanza è stata respinta.

Una seconda causa contro Facebook intentata da alcuni stati Usa

La società di Mark Zuckerberg non deve difendersi solo dalla Ftc: anche diversi Stati Usa, guidati da Letitia James, procuratore generale di New York, hanno intentato causa a Facebook per posizione di monopolio. Causa respinta in primo grado, sempre dal giudice federale Boasberg, ma la coalizione ha annunciato di essere al lavoro per presentare un appello.

Facebook Inc. ha acquisito Instagram nel 2012 pagando un miliardo di dollari, mentre Whatsapp è stato incorporato nel 2019, sborsando in questo caso ben 19 miliardi di dollari.