Ucciso e nascosto dentro una valigia. Era cinese, si chiamava Hu, nome completo Meng Yu Hu, ma era conosciuto da tutti con il nomignolo di "Leo", il ventenne che sabato sua madre ha trovato morto, dopo essere stato occultato con modalità che sono quelle di un'esecuzione criminale. Era stato nascosto in un grosso borsone con chiusura a cerniera nella sua stanza, in un appartamento al sesto piano a modena dove abitava proprio con sua madre Sofia e il compagno di lei, Andrea Giberti, avvocato e giudice onorario del tribunale. La polizia ha fermato nella notte tre dei cinque connazionali che quel giorno erano stati a trovarlo: uno a Modena e due a Prato, tutti minorenni, che dovranno spiegare chi di loro e come abbia ucciso il coetaneo e perché poi l'abbiano chiuso in valigia.
Di certo è stato ucciso: la procura indaga per omicidio pluriaggravato, ed il movente è di natura sessuale. La vittima ricattava un coetaneo: voleva rivelare la natura omosessuale del rapporto che aveva con lui, perché l'altro voleva lasciarlo.
La scoperta del cadavere
Una vicenda inquietante e dai tanti punti ancora oscuri, è quella che si è consumata in un appartamento al sesto piano di un edificio a piazza Dante Alighieri, a Modena. Il compagno della mamma, l'avvocato Giberti, sabato verso ora di pranzo, le aveva telefonato allarmato perché non trovava più il figlio dopo che un gruppo di ragazzi era stato a fargli visita. Un vicino ha notato un via vai di cinesi che sono usciti dal palazzo con fare sospetto, uno alla volta.
Ma "Leo" sembrava essere svanito. La donna che stava facendo la spesa è allora rientrata subito a casa, e ha trovato il cadavere del figlio, Meng Yu Hu nella sua stanza da letto, perfettamente in ordine, rannicchiato in una valigia. Occultato nel borsone perché l'avvocato era in casa al lavoro nello studio all'interno dell'appartamento di appena 50 metri quadrati, e non ci sarebbe stata altra soluzione possibile.
La mamma e l'avvocato hanno urlato per lo choc e la disperazione. Un vicino, richiamato dalle grida, è accorso sul posto e, sentendo il polso e il collo del ragazzo, ha verificato che era morto. Poi è stato chiamato il 118, mentre la Scientifica per diverse ore, ha fatto rilievi in cerca di Dna, impronte, tracce biologiche, sia all'interno dell'appartamento che nello stabile.
Sono stati sequestrati hard disk e visionate le registrazioni delle telecamere della zona e all'ingresso del palazzo.
Tre fermati e due ricercati
Nella notte, la svolta alle indagini: la polizia ha fermato tre minorenni, tutti di origine cinese, che erano stati nell'appartamento di Hu sabato. Altri due, non si sa se minorenni o maggiorenni, sono tuttora ricercati. Tra di loro c'è il ragazzo con cui Hu aveva una relazione. Lo studente, che frequentava un istituto di ragioneria privata, sembrava schivo e taciturno, aveva pochi amici e conduceva una vita piuttosto isolata. Sulla sua pagina Facebook esibiva la sua passione per la chitarra e poco altro. Ma quella relazione omosessuale, intrapresa non si sa da quanto, probabilmente, aveva stravolto la sua vita: il procuratore capo di Modena, Lucia Musti, ha spiegato che ricattava il suo aggressore che voleva lasciarlo, e per questo sarebbe stato strangolato.
Ci sarebbe stata una vera e propria spedizione punitiva: il suo amante, l'avrebbe ucciso con la complicità di altri 4 coetanei perché quel terribile segreto che Hu voleva rivelare non fosse mai svelato, specie agli adulti. Ma hanno partecipato tutti al delitto e in che modo? Circostanze ancora da chiarire. Intanto, vista l'età, le procure di Modena e Firenze collaborano con la procura minorile per convalidare i fermi dei tre minorenni.