Ieri mattina, 6 dicembre, i militari dell'arma di Aversa hanno dato esecuzione a due ordinanze emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli Nord della città normanna, nei confronti di un medico e di una sua paziente.
Lo specialista in psichiatria è stato per il momento messo agli arresti domiciliari, mentre, per la donna è stata prevista la misura dell’obbligo di dimora.
I due sono accusati in concorso dei reati di falsità ideologica, mentre la finta ammalata è accusata anche di truffa aggravata ai danni dello Stato.
La donna si sarebbe fatta passare per pazza da venti anni con l'aiuto di medici
L’inchiesta è partita nel mese di giugno del 2016, quando i militari dell'arma di Teverola scoprirono che il medico aversano aveva rilasciato alla donna teverolese una serie di certificati che secondo l'accusa sarebbero totalmente falsi.
Nelle dichiarazioni scritte e rilasciate dallo specialista in psichiatria, veniva accertata la presenza di una condizione clinica difficile, con una riscontrata schizofrenia, risultata essere del tutto inventata.
Dalle indagini è emerso che, grazie alla documentazione fornita dal medico, la donna sarebbe riuscita ad ottenere negli ultimi venti anni aiuti economici frodando di fatto lo Stato Italiano. Secondo gli inquirenti, la finta malata avrebbe raggirato il sistema di previdenza, incassando un cospicuo indennizzo per la finta invalidità.
Inoltre, non contenti di un handicap parziale i due indagati avrebbero inventato di sana pianta una invalidità totale, che permetteva alla malata immaginaria di non lavorare affatto.
Nell’ambito della stessa inchiesta, sono stati indagati anche altri tre specialisti, sottoposti in questi giorni perfino a perquisizione domiciliare. I militari dell'arma di Aversa sono attualmente alla ricerca di altri certificati fasulli, che avrebbero consentito alla donna di Teverola di mantenere il suo stato di finta infermità.
Recentemente era stata anche esaminata da una commissione predisposta dall’INPS di Caserta.
Infine, all'indagata è stato sequestrato il patrimonio consistente in beni mobili, immobili, conti bancari e somme liquide per un valore di duecentosessantottomila euro. Secondo gli inquirenti gli averi della donna sarebbero stati indebitamente accumulati in tutto il ventennio, grazie alla finta ma comunque sbandierata menomazione mentale.