Erano impegnati in operazioni di routine, probabilmente la pulizia di un forno quando, per cause ancora da stabilire, sei operai sono rimasti intossicati all'interno della Lamina spa. L'azienda in questione, sita in via Rho a Milano, poco lontano dai binari della stazione, è specializzata nella produzione per laminazione a freddo di nastri di alta precisione in acciaio e titanio, ed è stata fondata nel 1949, distinguendosi come azienda “modello”, tanto da appartenere alle società storiche del tessuto industriale della città.

Tre gli operai che hanno perso la vita poco dopo l'arrivo negli ospedali di Monza e al Sacco di Milano. Gravi le condizioni di un altro operaio, ora ricoverato al San Raffaele, mentre altri due colleghi si trovano alla clinica Santa Rita, ma in condizioni meno preoccupanti. Tutti e sei gli operai sono stati ritrovati incoscienti a due metri di profondità, nel locale sotterraneo dove si scalda l'acciaio.

Le cause

Tra le ipotesi, la possibilità che abbiano respirato fumi tossici: ad accorgersi dell'accaduto infatti è stato un collega fuori dalla fabbrica, preoccupato dal non vederli uscire. A seguito di questo primo allarme, altri due colleghi sono scesi a controllare e hanno subito chiamato i soccorsi.

Lieve intossicazione anche per un caposquadra dei pompieri, tra i primi ad arrivare sul posto e subito trasportato al Niguarda in codice giallo. A cercare di scoprire la sostanza tossica che ha causato il grave incidente in cui hanno perso la vita i tre operai saranno i vigili del fuoco del nucleo NBCR (nucleare, biologico, chimico e radiologico).

Emergono intanto maggiori informazioni sulle vittime, entrate in azienda come tante altre volte, come prevedeva la loro quotidianità: si tratta di Marco Santamaria, quarantaduenne, Giuseppe Setzu, di quarantotto anni e Arrigo Barbieri di cinquantasette; il fratello di quest'ultimo, Giancarlo, è invece ricoverato in condizioni gravi al San Raffaele.

Mentre il mondo politico manda tweet di cordoglio, da Sala a Gentiloni, si diffondono le voci delle prime polemiche relative ai soccorsi: “Ci hanno messo un casino di tempo” denuncia un operaio dell'azienda.

Sul posto sono presenti il Pm, Gaetano Ruta e il procuratore aggiunto Gaetano Siciliano, a cui spetterà il compito di stabilire quali siano state le dinamiche che hanno causato quello che è stato definito il più grave incidente sul lavoro della storia recente della città di Milano.