La notizia è stata pubblicata proprio ieri, 16 gennaio 2018, sui maggiori quotidiani nazionali. Riguarda uno studio che spiega cosa fare quando si riceve un messaggio: lo si deve visualizzare e rispondere subito oppure si deve ritagliare un proprio spazio e scegliere liberamente quando rispondere? Alcuni sociologi come Giovanni Boccia Artieri spiegano che è meglio la seconda soluzione.

I messaggi: ecco cosa è meglio, se rispondere subito o no

Secondo gli studiosi, la società di oggi ormai è multimediale e la comunicazione avviene sempre di più tramite i mezzi tecnologici, soprattutto computer e il cellulare.

Quest'oggetto ormai accompagna davvero tutti e a tutte le ore: lo si può vedere nelle mani di anziani, bambini anche con meno di dieci anni, adolescenti e persone più grandi. Il problema di cui parla il sociologo Boccia Artieri però ha a che vedere con i messaggi ricevuti ed inviati: chi li invia, oggi ormai ha sempre più l'ansia e la bramosia di pretendere che il destinatario risponda subito. Gli studiosi si sono chiesti se questa pretesa sia giusta o meno e a quanto pare la risposta è un no: secondo Boccia Artieri ad esempio, sarebbe bene cercare di decidere quando scrivere la risposta al messaggio che è stato visualizzato o addirittura lui consiglia di staccare il telefono durante il weekend: nel caso arrivino messaggi di lavoro, il mittente dovrà capire che essendo sabato e domenica, è più che normale che la risposta arriverà il lunedì.

Ma che altro dicono gli studiosi?

Le parole precise degli studiosi: ecco cosa fare

In molti hanno paura delle famose 'spunte blu' ovvero la prova che su WhatsApp il destinatario ha letto il messaggio e ancora non ha risposto. Secondo le ricerche però, l'attesa della risposta non è provocata solo dall'applicazione di messaggistica appena citata, ma in generale da ogni mezzo di comunicazione odierno, soprattutto il cellulare.

Gli studiosi consigliano di iniziare a staccarsi da questo tipo di atteggiamento e di iniziare a dipendere meno dai messaggi e dall'ansia delle risposte, o peggio, da quella di doversi sentire obbligati a rispondere subito. Come scrive il quotidiano 'Il Corriere della sera', Boccia Artieri sostiene: 'mentre all'estero si sta già sviluppando il tema del detox, della disintossicazione dalla comunicazione attraverso corsi e buone pratiche negli uffici, in Italia manca un'etica adeguata'.

Il sociologo continua spiegando che è necessario trovare una soluzione e abituarsi a non stare sempre a controllare il cellulare. Ma la società di oggi riuscirà davvero a 'disintossicarsi' o è troppo tardi?