Siamo a Yangzhou, nella provincia di Jiangsu, in Cina. Nel quartiere si aggira un uomo colpevole di aver ucciso almeno sei cani, colpendoli con una pistola che spara siringhe avvelenate. Ma questa volta ha scelto la vittima sbagliata. Come si nota dalle telecamere di sorveglianza, l'assassino spara al cane, lo colpisce, e scappa. Ma il padrone, attirato dai guaiti di dolore dell'animale, accorre immediatamente, trovandolo disteso a terra, paralizzato e morente.
A quel punto, senza esitare, preda di un raptus omicida sale sul suo furgone, e parte all'inseguimento del malvivente, che si allontana in scooter. Secondo il racconto dei testimoni, lo raggiunge e lo travolge, spingendolo contro un muro di mattoni. L'uomo è morto sul colpo.
Sul posto è accorsa subito la polizia di Yangzhou, che ha arrestato il padrone del cane con accuse di omicidio colposo. E' stato poi interrogato, e probabilmente pagherà caro il suo gesto esagerato. In sua difesa, sostiene di aver confuso il pedale del freno con quello dell'acceleratore, e di non aver dunque travolto il fuggiasco volontariamente.
Nel frattempo, vicino al luogo del fatto la polizia ha rinvenuto altri corpi di cani appena aggrediti dall'uomo. Non più tardi di dicembre, inoltre, in cina era stata arrestata una gang di otto membri, colpevole di aver venduto ben 200.000 dardi avvelenati. Oltre a ciò, erano soliti catturare i cani per strada, per venderne la carne ai ristoratori. I proiettili usati per avvelenare i cani consistevano in siringhe piene di una grossa quantità di sussametonio, un anestetico, sufficiente a paralizzare un cane e ad ucciderlo entro pochi istanti. Il veleno, inoltre, avrebbe degli effetti anche su eventuali consumatori della carne intaccata.
I famigliari dell'uomo ucciso hanno dichiarato che, per quanto gravi potessero essere le sue azioni, nessuno, nemmeno il padrone del cane, aveva il diritto di autoproclamarsi giudice ed esecutore altrui.
Per questo, condannano assolutamente il suo gesto.
Il caso aprirà sicuramente un dibattito sulla giustizia privata, ma anche e soprattutto sulla piaga dilagante dell'avvelenamento dei cani, che affligge non soltanto la Cina, ma tutto il mondo. I killer utilizzano le metodologie più disparate, dai bocconi di carne ripieni di schegge di vetro, che lacerano le interiora dell'animale, causandone una lenta morte tra atroci sofferenze, al veleno vero e proprio. Ciò che è certo è che si tratta di atti terribili ed insensati, e che il grido degli animalisti volto a richiedere pene più severe per chi commette crudeltà contro gli animali si fa più insistente.