È una vera e propria strage di pulcini quella documentata da un video pubblicato oggi su Youtube. Le immagini sono state girate di nascosto da un’attivista dell’associazione Essere animali, che per alcuni mesi ha lavorato in incognito in una delle più grandi aziende italiane produttrici di carne di pollo. Un documento molto forte, che denuncia le terribili condizioni in cui i piccoli uccelli sono tenuti e manipolati durante la fase di selezione e vaccinazione, prima di essere trasportati negli allevamenti intensivi.
E sono in molti a non uscirne vivi.
I numeri della strage di pulcini
Il video, della durata di un minuto e mezzo circa, racconta per immagini il primo giorno di vita dei pulcini nell’incubatoio, un luogo che in Italia nessuno mai è riuscito a filmare. A commentarle è la giornalista, scrittrice e cantante, Paola Maugeri, che per cominciare dà qualche numero per rendere l’idea della dimensione del problema. E i dati enunciati dalla Maugeri, famosa per aver sposato il regime alimentare vegano, dicono che nel nostro Paese vengono allevati oltre 500 milioni di polli ogni anno, mentre solo nell’impianto oggetto dell’inchiesta realizzata dall’associazione animalista nascono un milione di pulcini a settimana.
Tenendo conto che sul territorio italiano sono presenti 6.200 allevamenti (in assenza di statistiche ufficiali aggiornate, si deve fare riferimento ai dati più recenti forniti dalle associazioni di settore), si può immaginare, in proporzione, quale sia la portata della strage di pulcini.
Ecco come avviene la strage dei pulcini
I pulcini muoiono durante la fase di lavorazione, che ha tempi strettissimi. Il video realizzato da Essere animali inizia mostrando la schiusa delle uova, che avviene dentro delle cassette tenute all’interno di piccole gabbie. I pulcini nascono lì, ovviamente senza sentire il calore delle madri, che non vedranno mai.
Nemmeno un giorno di vita e i piccoli vengono scaraventati su un nastro trasportatore, lungo il quale gli operai lì selezioneranno in base al sesso e li vaccineranno.
Considerati i numeri elevati da raggiungere a fine produzione, i tempi sono strettissimi e gli operai sono costretti a compiere gesti rapidi, finendo per maltrattare gli animali di per sé già estremamente fragili.
Infatti, lungo il percorso sui rulli, ammassati a tal punto da rischiare il soffocamento, i piccoli saranno afferrati e lanciati per essere separati in base al sesso. Qualche pulcino spesso cade sul pavimento, dove frequentemente finisce per essere schiacciato dal passaggio degli stessi operai o di altri addetti. Poi, c’è la vaccinazione dei piccoli, anche questa compiuta con gesti veloci: un operaio vaccina un pulcino ogni due secondi. Con questi tempi non è difficile che il farmaco sia iniettato male, risultando fatale per la bestia.
A questo punto gli animali sono pronti per essere trasportati negli allevamenti intensivi, dove verranno tenuti all’ingrasso per 40 giorni prima di essere uccisi e macellati. Da lì finiranno nei supermercati e poi sulle nostre tavole.
La strage dei pulcini, però, non finisce qui. Quelli nati in cattive condizione di salute e quelli rimasti feriti durante la fase di lavorazione devono essere “smaltiti”. Perciò vengono tritati vivi come fossero spazzatura.
Ecco il video.
Una petizione per fermare questo scempio
Al termine del video Paola Maugeri invita gli spettatori a firmare la petizione, che chiede al Ministero delle Politiche Agricole di non finanziare più l’industria della carne con soldi pubblici.
La petizione, già firmata da oltre 3.700 persone, si trova sul sito dell’associazione e può essere sottoscritta on line.
“Noi crediamo che un cambiamento sia possibile – scrivono gli attivisti di Essere animali –, perché questo sistema è necessario solo per sostenere gli attuali consumi di carne, tali anche grazie alle politiche intraprese negli anni dalle Istituzioni per incentivare la produzione di carne a basso costo”.