Cinquemila fotografie di bambini senza vestiti, molte in posizioni equivoche e ammiccanti. Una vera e propria ossessione perversa che ha condotto un vicentino di 57 anni a conservare queste immagini ovunque: sul suo computer, sul telefonino, sul tablet e in alcune schede di memoria esterna.

Ma quando la ricerca e l'archiviazione di fotografie di bambini svestiti non gli sono più bastate, il pedofilo vicentino ha voluto divenire lui stesso il fautore delle foto.

Per dar sfogo alla sua perversione ha approfittato della figlia, all'epoca di soli 7 anni, di un amico. In più occasioni ha usato la bimba come "modella" per farle infelici scatti ma, stando alle accuse, in due episodi avrebbe anche abusato della piccola. In entrambe le occasioni il padre della bambina si trovava in casa. La prima volta era impegnato ad occuparsi dell'altro suo figlio, la seconda volta, come riportato in aula, stava dormendo profondamente in quanto aveva lavorato durante il turno di notte.

La confessione della bimba

È stata la stessa bambina di soli 7 anni, dopo il secondo di questi episodi di abuso, a raccontare tutto al padre, una volta che il 57enne si era allontanato dalla loro abitazione.

Subito condotta dal genitore all'ospedale per accertamenti, sono arrivate le inequivocabili conferme delle molestie subite. Da quel momento sono scattate le indagini e le perquisizioni nella casa del molestatore. Ed è proprio durante queste investigazioni che sono state rinvenute le 5000 e più fotografie ritraenti bambini senza abiti e in pose inappropriate.

La sentenza e la condanna

L'uomo accusato di detenzione di materiale pedopornografico e di violenza sessuale ha inizialmente negato le molestie e gli abusi, ammettendo solo di aver scattato le fotografie alla figlia del suo amico. Ma sono gli stessi 25 scatti, rinvenuti il giorno dopo la denuncia, sul suo smartphone ad incastrarlo e ad avvalorare la versione rilasciata dalla vittima, ascoltata in ambito protetto come vuole la Carta di Noto in caso di coinvolgimento di minorenni.

La bimba ha anche raccontato di aver provato dolore e di aver chiesto al suo aguzzino di smetterla, ma di non essere stata ascoltata.

Il 57enne è stato infine, mercoledì scorso 31 gennaio, condannato con rito abbreviato dal giudice di Venezia David Calabria, a 5 anni e quattro mesi, anche se ne erano stati chiesti 8 dall'accusa. Inoltre il pedofilo vicentino dovrà versare una cifra di 14mila euro alla famiglia della bambina molestata.