Recentemente il governo islandese ha proposto il divieto di circoncisione sui bambini e il carcere per chi lo pratica illegalmente. Tale progetto di legge va a completare la normativa contro le mutilazioni genitali infantili, iniziata con la legge contro la mutilazione genitale femminile varata nel 2005. Le autorità del paese nordeuropeo sostengono che tale normativa costituisca una 'questione di civiltà' e, come riportato in un articolo del 'Messaggero', si tratta della prima legge europea che vieterebbe le mutilazioni genitali anche sugli appartenenti al genere maschile.

La protesta delle lobby islamiche ed ebraiche: 'E' un duro attacco contro di noi'

La proposta del governo islandese è stata duramente criticata da parte delle più importanti ed influenti associazioni islamiche ed ebraiche, nonché da alcune organizzazioni cristiane di tendenza protestante. Stando al già citato articolo del 'Messaggero', il presidente dell'associazione islamica islandese Salmann Tamimi ha affermato che il progetto di legge del governo rappresenta un deciso attacco verso i credenti dell'Islam. Inoltre, la Vescova protestante Agnes Sigurdardòttir ha ribadito che la normativa "criminalizzerebbe" gli stessi musulmani ed ebrei residenti in islanda.

Circoncisione rituale maschile, 'usanza culturale da valorizzare' o barbarie retrograda da eliminare?

Com'è ben noto, la circoncisione rituale maschile è imposta dalla religione ebraica e mussulmana nonché nell'Africa equatoriale e in altre zone del Terzo Mondo. Inoltre, la circoncisione genitale maschile è fortemente diffusa anche negli Stati Uniti e c'è anche una notevole pubblicistica che propaganda il suo utilizzo e i suoi presunti benefici, anche se non raramente tale pubblicistica è considerata di dubbio valore scientifico e medico. Comunque sia, c'è da segnalare che da diverso tempo sono nati e si stanno diffondendo diversi movimenti che sostengono la proibizione di tale metodo, considerato ormai alquanto retrogrado e assai ben poco rispettoso dei diritti dei bambini.

Su tal punto, c'è anche da sottolineare il fatto che la graduale eliminazione della circoncisione rituale potrebbe essere considerata come la naturale evoluzione dell'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili, anch'esse retaggio delle tradizioni africane e mediorientali a volte difese come 'usanza culturale da valorizzare'.