"Sono ancora troppo arrabbiata per parlare, lo farò solo quando mi sarò calmata". Così aveva risposto tempo fa Uma Thurman a chi le aveva chiesto un'opinione sullo scandalo molestie sessuali ad Hollywood. Ora quel momento è arrivato: l'attrice 47enne ha affidato alla penna di Maureen Dowd (già premio Pulitzer) le proprie rivelazioni, pubblicate sul "New York Times".

Leggendo le dichiarazioni dell'artista si capisce perché - citando il suo personaggio di "Kill Bill" - aveva augurato una "lenta agonia" al produttore Harvey Weinstein.

A sorpresa, però, sono emerse anche delle accuse pesanti nei confronti del suo ex compagno, Quentin Tarantino: il regista (che si presume fosse da sempre al corrente dei comportamenti di Weinstein) sarebbe stato responsabile di uno strano incidente sul set, durante il quale la diva avrebbe addirittura rischiato di perdere la vita.

Molestie e minacce da Weinstein

Nella sua lunga confessione, la Thurman ha iniziato parlando della violenza carnale subita da parte di un uomo di vent'anni più grande di lei, quando aveva appena 16 anni e stava muovendo i primi passi nel mondo dello spettacolo, e subito dopo ha raccontato delle presunte aggressioni di Weinstein.

L'interprete si è detta pentita di non aver avuto il coraggio di parlare prima per evitare che tante altre ragazze ripetessero il suo stesso errore, e ha accusato apertamente la sua agenzia dell’epoca (la CAA) di complicità nei confronti del produttore.

Le prime molestie le avrebbe subite all'Hotel Savoy di Londra nel 1994, pochi giorni dopo la presentazione di "Pulp Fiction": la Thurman si sarebbe ritrovata da sola con il suo aguzzino, che le sarebbe saltata addosso tentando di stuprarla. L'attrice avrebbe lottato duramente per riuscire a liberarsi, divincolandosi "come un animale".

La strana richiesta di Tarantino

A questo primo approccio, ne sarebbe seguito un altro nei giorni successivi, durante il quale Weinstein avrebbe minacciato di rovinare per sempre la carriera dell'attrice.

Una serie di pesanti accuse, prontamente smentite dai legali del produttore, aggravate dalle rivelazioni sul presunto comportamento di Quentin Tarantino. Il regista sarebbe stato al corrente degli abusi, ma non avrebbe mai fatto nulla. Anzi, successivamente avrebbe sottoposto l'attrice ad una serie di rischi inutili durante le riprese di "Kill Bill", fino ad un pericoloso incidente in scena, di cui esiste anche un filmato che solo di recente la Thurman ha ottenuto dall'ex compagno per consegnarlo alla polizia.

Si tratterebbe di una lunga corsa con una vecchia auto, una Karmann Ghia, lungo una strada sterrata: una sequenza in cui Tarantino avrebbe preteso di non utilizzare una controfigura, obbligando l'attrice a guidare il veicolo "non scendendo mai sotto i 60 chilometri all'ora per permettere alla cinepresa di riprendere i capelli spettinati dal vento".

Inoltre Tarantino avrebbe minacciato ulteriori ciak, qualora la vettura non fosse andata abbastanza veloce. La macchina, durante le riprese, sarebbe finita contro una palma ferendo la Thurman, la quale si è spinta fino ad affermare che, con quel suo capriccio crudele, il regista avrebbe messo a rischio la sua incolumità.