"Roba da matti". Con queste parole Vladimir Shamanov, presidente della Commissione difesa della Duma (la Camera bassa del parlamento russo, ndr) ha definito la nuova corsa agli armamenti nucleari annunciata dall'amministrazione Trump. Il Pentagono, infatti, giustificherebbe il tutto con una presunta politica aggressiva in tal senso messa in atto da Mosca. "Un mese fa - sottolinea Shamanov - il Pentagono aveva preparato un documento da proporre al Senato per il via libera ad un attacco nucleare preventivo. Noi non abbiamo mai approntato nulla del genere nei nostri documenti governativi, non saremo certamente noi ad attaccare per primi".
Il timore espresso da Shamanov è quello di una strategia USA che diventi "strumento diretto per l'escalation e lo scontro militare".
I russi sono considerati la minaccia principale
L'esponente della Duma di Stato ha evidenziato come, in base a quanto prospettato dal Pentagono, la Russia venga considerata da Washington la minaccia principale per la sua politica di sviluppo nucleare. Cina e Corea del Nord vengono considerate 'minacce potenziali', incredibile nel caso di Pyongyang alla luce dei lunghi mesi di tensione. "Gli Stati Uniti svilupperanno testate nucleari di basse intensità ed investiranno per la modernizzazione del loro arsenale", spiega ancora l'ex generale che pone in luce anche un'evidente contraddizione. "Washington si dichiara favorevole alla riduzione delle armi nucleari, ma critica la proposta ONU di un trattato per vietarle completamente".