L’ondata di rivelazioni che sta sconvolgendo da mesi gli Stati Uniti sui numerosi casi di molestie sessuali ora lambisce un nuovo territorio: quello dell’architettura. Da quando è venuto alla luce il caso di Harvey Weinstein, il produttore che ha visto la carriera compromessa per i suoi comportamenti predatori, sui media americani è partita una corsa allo scoop: rivelazioni sugli abusi subiti nel mondo del cinema, della televisione, dello sport e della moda.
Mancava all’elenco dei presunti colpevoli una celebre archistar: ci ha pensato il New York Times, raccogliendo le testimonianze di cinque donne che denunciano uno dei più celebri progettisti viventi, Richard Meier, colui che nel 1984 fu il più giovane vincitore del Pritzker Prize, l’Oscar dell’architettura.
Cinque episodi molto simili tra loro
Meier è una firma di grido, conosciuto per i suoi celebri edifici dove il colore bianco predomina, che ha lavorato anche in Italia, specialmente a Roma, dove ha realizzato due progetti iconici come la teca dell’Ara Pacis e la splendida chiesa del Giubileo a Tor Tre Teste.
Ora l’83enne progettista è al centro delle accuse di cinque donne, di cui quattro assunte in passato dal suo studio di architettura, uno dei più prestigiosi al mondo, mentre la quinta è venuta in contatto con lui durante la realizzazione del celebre Getty Center di Los Angeles. Gli episodi sarebbero accaduti nel lasso di un trentennio, a partire dagli anni ’80. In molti dei casi la dinamica risulta essere molto simile: un invito nell’appartamento di Meier, con la scusa di parlare di lavoro, si sarebbe trasformato in un tentativo di aggressione, con le vittime costrette a scappare via per salvarsi dalle esplicite richieste sessuali dell’uomo.
I racconti delle vittime
Nei racconti delle vittime, di cui il New York Times ha fatto nomi e cognomi, sono descritti diversi atti di esibizionismo, come quella volta che Meier si presentò ad un incontro con un accappatoio slacciato, tentativi di palpeggiamenti e numerose avance pesanti, come quando l’architetto arrivò ad afferrare gli indumenti intimi di una malcapitata, attraverso i vestiti.
Una delle intervistate sarebbe stata trascinata fino in camera da letto e lì aggredita, ma anche in questo caso la donna sarebbe riuscita a divincolarsi. A quanto pare le colleghe più anziane dello studio avevano l’abitudine di mettere in guardia dai comportamenti dell’archistar le giovani appena assunte. Inoltre, in almeno un caso, una delle malcapitate sarebbe stata messa a tacere con un patto di riservatezza che le imponeva il silenzio in cambio di un risarcimento in denaro. Non appena si è diffusa la notizia, Meier ha fatto sapere di essersi autosospeso per sei mesi da ogni attività, scusandosi con “chiunque possa essersi sentito offeso” dal suo comportamento.