Il piccolo Alfie Evans non ce l'ha fatta. Il bambino, affetto da una malattia neuro-degenerativa grave e sconosciuta ai medici, è morto stanotte alle ore 2:30 (ora locale, le 3:30 in Italia).
L'annuncio su Facebook del padre Thomas
La notizia è stata data dal padre e dalla madre di Alfie con un post su Facebook. In esso c'è scritto: "Il gladiatore ha posato il suo scudo, ha aperto le ali. Il nostro cuore è spezzato. Ti amiamo piccolo".
Migliaia i commenti di consolazione e conforto verso i genitori che hanno lottato strenuamente per la vita del figlio di quasi due anni. I genitori erano consapevoli che per il figlio non ci fosse più nulla da fare e così avevano chiesto a tutti coloro che si sono mobilitati per la vita del piccolo un attimo di tregua. La famiglia voleva trascorrere in pace gli ultimi momenti di vita del bambino.
Una storia difficile che ha smosso gli animi di molti
Quella di Alfie è stata una storia difficile. Affetto da una malattia neuro-degenerativa la cui diagnosi era molto incerta, il bambino era costretto a vivere attaccato a ventilazione e respirazione artificiali.
La sua condizione era molto grave e le prospettive di vita erano nulle. Per questo, i giudici e i medici dell'Alder Hey Hospital, ove il bambino si trovava in cura da oltre un anno, avevano preso un'amara decisione. Secondo loro, nel miglior interesse del bambino si sarebbe dovuto procedere con l'interruzione delle cure. Così, il 23 furono staccati i macchinari che aiutavano Alfie a respirare. Secondo i medici, il bambino non avrebbe potuto resistere per più di cinque minuti. Invece, il piccolo è riuscito ad andare avanti e a respirare da solo per 5 giorni.
La battaglia dei genitori
I genitori di Alfie non si sono mai arresi nel cercare una soluzione alternativa alla dura decisione dei medici inglesi.
E così avevano chiesto aiuto all'Italia, la quale era pronta ad accogliere il bambino all'ospedale Bambin Gesù. Ma non fu mai concessa l'autorizzazione a trasferire il bambino, nonostante un'equipe di medici dell'ospedale italiano avessero dichiarato di avere già a disposizione un aereo per andare a prelevare il piccolo. I giudici fecero un'unica apertura: quella cioè di permettere ai genitori di avviare una trattativa con i medici per portare a casa propria il bambino. Proprio in questi giorni si discuteva di questa possibilità. Purtroppo per Alfie non c'è stato nulla da fare.