Alfie Evans è morto. Il bambino inglese che ha lottato strenuamente per continuare a vivere ci ha lasciati. Lo hanno annunciato i suoi genitori con un post su Facebook: "Il mio gladiatore ha abbassato lo scudo e ha guadagnato le ali alle 2.30. Sono disperato. Ti amo, ragazzo mio". Questo il messaggio del papà di Alfie. I giudici britannici avevano negato il suo trasferimento in Italia, ma il nostro Paese gli aveva comunque voluto concedere la cittadinanza italiana.

Poco dopo, è spuntato pure il post della mamma di Alfie, Kate James. "Al nostro bimbo sono spuntate le ali intorno alle 2.30.

I nostri cuori sono spezzati. Grazie a tutti per il sostegno". La zia, Sarah Evans, poco prima che Alfie chiudesse gli occhi per sempre, aveva lanciato un appello ai sostenitori dell'Alfie's Army, chiedendo di mandare preghiere e 100 profondi respiri al guerriero. Frase che racchiudeva la fine vicina, un'altra forte crisi respiratoria a causa del distacco dalle macchine.

La storia che ha tenuto tutti con il fiato sospeso

Si è sperato fino all'ultimo che, da Liverpool. Alfie potesse essere portato in Italia. I genitori, avuta la conferma che ciò non era possibile, stavano facendo il possibile per far tornare a casa il figlio, in modo da trascorrere le ultime ore di vita tra le mura familiari. Non c'è più stato tempo, però.

Fin dal principio, la vicenda di Alfie, 23 mesi, colpito da una patologia grave, di tipo neurodegenerativo, ha tenuto tutti con il fiato sospeso.

Negli ultimi giorni si era scatenata anche una polemica diplomatica tra Italia e Città del Vaticano da una parte, magistratura della Gran Bretagna dall'altra. Appena 72 ore prima che Alfie spirasse, i giudici avevano respinto il ricorso dei genitori per portare il figlio nel nostro Paese.

Secondo la magistratura, considerate le gravi condizioni di Alfie, era inutile trasferirlo. Era così rimasto a Liverpool, ma il Consiglio dei ministri del nostro Paese aveva comunque proseguito l'iter per concedergli la cittadinanza italiana.

Sempre pochi giorni fa, i medici avevano staccato il respiratore prevedendo una morte rapida per Alfie (in cinque minuti).

Il bambino invece aveva resistito più di 8 ore, tanto che alla fine si era parlato quasi di miracolo e qualcuno aveva sperato davvero che la situazione potesse improvvisamente migliorare. Le condizioni del piccolo, però, erano rimaste gravi. Era stata riattaccato alle macchine, prima della morte.