La storia di Alfie Evans è una vicenda molto complicata che ha catturato l'interesse mediatico. La sua è una storia tragica e difficile. Da un lato ci sono due genitori disperati, che non vogliono lasciar morire il proprio figlio. Dall'altro, medici e giudici che vedono un'unica possibilità per l'interesse del piccolo: quella del fine vita. Nell'udienza scorsa, i giudici hanno ribadito questa dolorosa decisione.

La malattia incurabile

Alfie è un bambino di quasi due anni. È affetto da una malattia neuro-degenerativa, associata ad una grave forma di epilessia.

I genitori Kate e Tom se ne sono accorti dopo che Alfie aveva avuto diverse convulsioni. Lo portarono così in ospedale, l'Alder Hey Children's Hospital. Aveva un'infezione del tratto respiratorio e il ricovero fu immediato. Purtroppo non è stato possibile fare una diagnosi precisa. La malattia di Alfie è sconosciuta e rara. Non ci sono prospettive di vita: il piccolo per sopravvivere deve essere costantemente collegato a macchinari che gli forniscono alimentazione e respirazione artificiali. Anche con il supporto di queste tecnologie, non vivrà molto a lungo.

Medici e giudici propendono per il fine vita

Date le condizioni di vita di Alfie, dopo un anno e mezzo di cure, i medici hanno prospettato ai genitori la sospensione dei trattamenti che lo tengono in vita.

Questo secondo loro sarebbe il trattamento che realizzerebbe il miglior interesse dello stesso Alfie. Kate e Tom, i genitori di Alfie, si sono opposti duramente a questa decisione. Il caso allora è passato all'autorità giudiziaria: infatti solo quest'ultima può dirimere un disaccordo tra medici e genitori del paziente. In due diversi gradi di giudizio, i giudici allora hanno stabilito che interrompere la ventilazione artificiale è nel miglior interesse di Alfie.

Se questo è il miglior interesse per il bambino, neanche i genitori possono opporsi. Questo è quanto previsto dalla legge inglese. In Italia, invece, alla luce delle nuove disposizioni sul testamento biologico, è necessario il consenso dei genitori.

Tom e Kate hanno tentato diversi ricorsi contro la decisione del giudice, ma inutilmente.

L'Alta Corte, Corte d'Appello e Corte Suprema britanniche e la massima istanza giudiziaria d'Europa, la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo, li hanno respinti.

Tom e Kate chiedono aiuto all'Italia

Tom Evans ha tentato così una strada alternativa. La scorsa settimana si è recato a Roma per incontrare papa Francesco. Gli ha chiesto di salvare suo figlio e di permettere il trasferimento del piccolo all’ospedale Bambino Gesù. La presidente dell’ospedale pediatrico romano, Mariella Enoc, si è dimostrata da subito propensa ad accogliere Alfie. Un equipe di medici del Bambino Gesù era pronta a partire con un aereo fornito dalla ministra Pinotti. Una volta trasferito, al bambino sarebbero state assicurate le cure necessarie a mantenerlo in vita.

Ma anche questa speranza è stata resa vana dalla giustizia giustizia britannica, che ha bocciato anche la possibilità di trasferire Alfie. Spetta all'ospedale Alder Hey stabilire invece se i genitori possano portare il bambino a casa.

I medici staccano i macchinari, ma Alfie sopravvive

Lunedì 23 aprile alle ore 21.21, i medici dell'ospedale hanno eseguito quanto decretato da Anthony Hayden, il giudice della Corte d’appello britannica. Hanno così staccato i macchinari che permettevano ad Alfie di respirare e alimentarsi. Ma, contro ogni aspettativa, il bambino era ancora vivo, nonostante dieci ore senza respirazione e sei ore senza acqua e cibo. Dopo qualche ora il piccolo ha avuto una crisi e il padre si è opposto fermamente alla decisione dei medici di lasciarlo senza cibo, idratazione e ossigeno.

Per Thomas Evans si trattava di un vero e proprio crimine. Si giunse così alla decisione di riattaccare i macchinari.

L'Italia concede la cittadinanza italiana al bambino

Il 24 aprile il Consiglio dei ministri, su proposta di Alfano e Minniti, ha deliberato il conferimento della cittadinanza italiana al piccolo. Nel comunicato si possono leggere le motivazioni di tale iniziativa: "In considerazione dell'eccezionale interesse per la comunità nazionale ad assicurare al minore ulteriori sviluppi terapeutici, nella tutela di preminenti valori umanitari che, nel caso di specie, attengono alla salvaguardia della salute".

Ma i giudici non cambiano idea: ieri hanno nuovamente imposto il fine vita

Per il pomeriggio di ieri 24 aprile, il giudice Hayden aveva convocato una nuova udienza.

L'Alder Hey Children Hospital ha reso nota la decisione con un tweet. Ancora una volta la giustizia britannica ha decretato in maniera contraria a quanto sperato dai genitori di Alfie. "Questo pomeriggio l'Alta Corte ha stabilito che è nel miglior interesse di Alfie sospendere le cure per il mantenimento della vita".