Alfie Evans doveva essere staccato dalle macchine lunedì 23 aprile, nel primo pomeriggio. Ma la procedura ha subito una battuta d’arresto, per la felicità di numerosi manifestanti, che da tempo protestano davanti all’ospedale Alder Hey’s di Liverpool. Avendo ritardato l’estubazione, non sono stati rispettati i piani stabiliti dal giudice, e il caso potrebbe tornare in tribunale.
Nel frattempo, la Farnesina annuncia che sono state avviate le procedure per concedere la cittadinanza italiana al degente; in questo caso, potrebbe venire ricoverato al Bambin Gesù di Roma.
La storia di Alfie
Nato a Maggio 2016, nei giusti tempi e in ottima salute, Alfie Evans aveva mostrato, dopo poco tempo, problemi nei gesti e nei movimenti. Dopo una prima diagnosi ottimista, le condizioni erano peggiorate, fino al ricovero. La causa è una malattia neurodegenerativa sconosciuta, che ora costringe il bambino in stato vegetativo, tenuto in vita con l’ausilio di una macchina per la ventilazione.
Secondo il tribunale, mantenerlo in vita rappresenta, a tutti gli effetti, accanimento terapeutico; interrompere le cure, contro la volontà dei genitori, è nell’interesse del malato. La decisione aveva avuto un forte impatto sull’opinione pubblica e sui movimenti pro-vita: prima la folla di manifestanti alle porte dell’ospedale, fino alla visita di Papa Francesco, che ha pregato per il “piccolo Alfie”.
La decisione della Corte europea
Dopo aver tentato il ricorso in tutti i gradi di giudizio, la famiglia Evans si era appellata alla Corte europea dei diritti umani, con esito negativo. Non interverrà, in quanto lo staff medico sta eseguendo gli ordini dei giudici. La famiglia aveva fatto richiesta di trasferimento all’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, disponibile a fornire cure palliative per prolungare la vita di Alfie.
Intanto, la direttrice Mariella Enoc, deresponsabilizza il sistema sanitario, riconducendo le cause a un problema legislativo, e dichiara che la Gran Bretagna è un altro Paese rispetto all’Italia, con leggi diverse. Dura lex, sed lex, anche se la donna, arrivata a Liverpool, si è vista negare il permesso per accedere alla struttura, nonostante la disponibilità offerta.
Le reazioni politiche in Italia
Sebbene in Gran Bretagna si stia applicando la legge, sono diversi gli esponenti di fazioni politiche contrari alla decisione dei giudici: il ministro degli Esteri Alfano e quello degli Interni Minniti hanno lanciato l’iniziativa di concedere la cittadinanza al piccolo. In questo modo, la strada del trasferimento diventerebbe percorribile.
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, dichiara di essere rimasta molto colpita dalla vicenda, in quanto madre, e ringrazia i ministri per l’impegno. Anche Matteo Salvini, indignato per lo scavalcamento della volontà dei genitori, fornisce il suo sostegno alla causa di Alfie, con un post su Instagram.