La Chiesa vede nel gesto della lavanda dei piedi un simbolo dell'amore di Dio. La Chiesa cattolica rivive il gesto della lavanda dei piedi fatta dal Papa durante la liturgia del Giovedì santo, questa pratica però secondo i vangeli era rivolta ai discepoli di Gesù, che erano tutti ebrei e futuri cristiani. Non è la prima volta che Bergoglio si espone alle critiche su questa usanza, l'anno scorso ad esempio aveva lavato i piedi a dei migranti.

Il Papa e la lavanda dei piedi

Il quotidiano Libero è molto critico nei confronti di questa esperienza del Papa: "E' l'ennesima testimonianza di sottomissione, ovvero genuflessione ai musulmani. Resa ancora più clamorosa perché in concomitanza con una festività cristiana, e rivolta a degli individui che in realtà non sono affatto degli "stinchi di santo" scrive Gianluca Veneziani sul quotidiano. Papa Francesco si è recato giovedì scorso nel carcere romano di Regina Coeli per il rito della lavanda a 12 prigionieri, di cui 10 erano stranieri e di questi due erano islamici. Questo episodio probabilmente rientra nelle funzioni che Papa Francesco vuole portare avanti come pontefice tra la gente, ma questo gesto non è passato inosservato nel mondo cattolico.

Nei Vangeli e nei dettami di Gesù - scrive il giornalista di Libero - si insegna che gli ultimi saranno i primi ma il contesto è circoscritto ai suoi discepoli e dunque, secondo lui, non andrebbe inteso come un insegnamento di integrazione culturale. Il Papa, sebbene motivato da nobili scopi, ha provocato una reazione probabilmente esagerata da parte di alcuni fedeli che hanno visto nel gesto una sorta di sottomissione all'Islam. Secondo cronache recenti, alcuni musulmani integralisti, sono finiti in carcere perché sospettati di terrorismo; nei giorni scorsi sono stati arrestati nelle nostre città alcuni islamici che esortavano a compiere gesti violenti verso i miscredenti, seminando frasi di odio che hanno fatto scattare le misure cautelari.

La reazione di Veneziani

Secondo il giornalista di Libero, di fede cattolica, quanto fatto del Papa è inqualificabile, addirittura da intravedere nel suo gesto una resa definitiva all'Islam. Per Veneziani, invece, la Chiesa dovrebbe comportarsi all'esatto contrario e proprio in occasione di queste festività. "Ci vorrebbe un cristianesimo trionfante in senso spirituale" scrive in modo critico Veneziani, e conclude "Un cristianesimo che possa guardare al futuro come unione e guida comune dei popoli".