Per la prima volta Massimo Bossetti, anche se solo per poche ore, potrà uscire dal carcere. La Corte di assise d'appello di Brescia ha concesso al muratore bergamasco di poter presenziare ai funerali della madre, Ester Arzuffi, deceduta due giorni fa all'ospedale di Ponte San Pietro a causa di un male incurabile all'età di 71 anni.

Il funerale della madre dell'uomo, condannato in appello all'ergastolo nel luglio del 2017 per l'omicidio di Yara Gambirasio, si terrà domani 2 maggio.

Inizialmente si pensava che le esequie venissero celebrate nella chiesa parrocchiale di Terno d’Isola, il comune dove viveva da anni la donna. Ma la famiglia, a seguito del permesso ottenuto dal figlio Massimo, ha deciso di tenere la funzione in un altra località al momento tenuta segreta per consentirgli la partecipazione a seguito del permesso ottenuto dai giudici.

Il ruolo centrale della donna nella soluzione del delitto di Yara

Fu proprio la madre del muratore di Mapello la figura chiave per la soluzione del delitto di Yara Gambirasio, scomparsa il 26 dicembre del 2010 mentre tornava a casa dalla palestra nella quale quasi tutti i giorni si recava per seguire i corsi di ginnastica ritmica.

Il suo cadavere fu rinvenuto dopo ben tre mesi, era il 26 febbraio 2011, in un campo alla periferia di un comune limitrofo, Chignolo d'Isola.

Gli investigatori, infatti, comparando il dna trovato sul corpicino della ragazza con 18mila campioni genetici prelevati dai residenti di tutti i comuni adiacenti al luogo della scomparsa, riuscirono ad individuarne la corrispondenza con il profilo genetico di Pierpaolo Guerinoni, figlio di Giuseppe, morto nel 1999. Il suo profilo era quasi identico, facendo pensare agli investigatori che il killer di Yara potesse quindi essere un figlio illegittimo di suo padre. Le indagini portarono a ricostruirne la vita privata, alla ricerca di tutte le donne con le quali l'uomo avrebbe avuto delle relazioni.

A Massimo Bossetti gli uomini guidati dalla Procura di Bergamo arrivarono il 15 giugno 2014, quando il muratore, fermato per un finto controllo stradale, fu sottoposto all’alcol-test. Il campione della sua saliva fu analizzato dai laboratori del Ris per isolarne il dna e si riscontrò che corrispondeva esattamente con quello trovato sui vestiti di Yara.

Solo dopo l'arresto l'uomo scoprì di essere il figlio di una relazione segreta tra sua madre e l'autista di autobus deceduto anni prima. La signora Arzuffi ha sempre negato che il figlio fosse nato da quella relazione clandestina ed in tutti questi anni è sempre stata al fianco del figlio, convinta della sua innocenza.