Epocale ciò che è avvenuto nella struttura ospedaliera della Santa Sede: è stato infatti trapiantato un nuovo cuore artificiale, ad una piccola paziente, senza l’obbligo dell’ospedalizzazione. Innovativa è stata la pratica poiché, negli Stati Uniti, non è ancora nemmeno cominciata la relativa sperimentazione.
L’equipe medica del cardiochirurgo Antonio Amodeo ha eseguito l’operazione, installando un mini-cuore, grande quanto una batteria “stilo”.
La struttura, all’avanguardia per le applicazioni pediatriche, ha ottenuto lo speciale permesso dalla Food and Drug Administration americana e dal ministero della Salute italiano.
La fondamentale problematica che sorge in questi casi è quella relativa al ricovero del paziente: infatti, fino ad ora, era stata disponibile una sola tipologia di cuore “para-corporeo” che garantiva la sopravvivenza nel 70% dei casi ma, la dimissione dei piccoli operati, non era mai stata possibile.
Con questa nuova assistenza meccanica, però, sarà aggirato questo principale ostacolo e, dopo l’installazione temporanea, il fruitore potrà essere dimesso, in attesa del vero e proprio trapianto cardiaco.
Lo Jarvik2015 e la grande utilità per il futuro
In realtà, già nel 2012, un’operazione di questo tipo era stata compiuta, sempre presso la struttura ospedaliera “Bambino Gesù” di Roma.
Negli Stati Uniti, al contrario, la sperimentazione è in fase d’attesa e dovrebbe avere il “via libera” nei prossimi mesi. Riguardo al trapianto avvenuto nel nostro paese, si è espresso in modo totalmente positivo, il responsabile del progetto PumpKIN, Timothy Baldwin: egli ha infatti ribadito l’importanza di questa installazione per poter capire e preparare al meglio il piano d’azione.
La bambina sottoposta a trapianto cardiaco, aveva subito una forte emorragia cerebrale e, in un secondo momento, era stata trattata tramite un altro cuore artificiale: il Berlin Heart.
Questo, però, alimentato tramite una consolle esterna, aveva causato una grave infezione al momento della relativa rimozione. A questa fase critica non vi fu altra soluzione se non quella dell’adozione dell’Infant Jarvik 2015.
Quest’ultimo è un modello cardiaco completamente toracico, all’avanguardia, che è alimentato da una batteria esterna, senza l’ausilio delle cannule. Il mini-cuore sopporta la circolazione dei piccoli pazienti, dagli 8 chili, fino all’età di 10 anni e ne evita l’ospedalizzazione.
Questo è il risultato fondamentale che vuole essere raggiunto tramite il trial statunitense: mettere a punto, in attesa di trapianto a causa di anomalie cardiache o insufficienze, la realizzazione di un nuovo dispositivo in grado di garantire, ai piccoli pazienti, un’esistenza normale poiché, quelli già in uso, purtroppo, sono inappropriati.