Un lungo post sul suo blog personale per raccontare la propria verità. E soprattutto un dettagliato atto d’accusa contro la madre, Mia Farrow: Moses, uno dei figli adottivi dall’attrice, rompe il silenzio durato 26 anni e si schiera apertamente dalla parte di Woody Allen, difendendolo dalle accuse per “un crimine che non ha mai commesso”, gli abusi che avrebbe compiuto il 4 agosto 1992 contro sua sorella Dylan, che all’epoca aveva appena 7 anni.

L’uomo, oggi 40enne, già alcuni mesi fa si era espresso in difesa del padre adottivo. Ora scrive una lunga lettera in cui spiega che quel giorno in casa non sarebbe avvenuto nulla di strano e incolpa Mia Farrow, non solo di aver indotto Dylan a mentire su quell’episodio, ma anche di una lunga serie di violenze sui numerosi figli adottati dalla donna.

L’inferno dietro l’apparenza di una famiglia felice

Moses Farrow spiega come i problemi fossero sorti ben prima che Allen arrivasse in quella casa. Per Mia era importante proiettare all’esterno l’immagine di una famiglia felice, viste le difficoltà che aveva avuto da piccola con un padre alcolista e donnaiolo ed un fratello finito in carcere per molestie su minori.

Ma in realtà, nonostante le buone intenzioni dell'interprete, la situazione era molto diversa: punizioni crudeli, aggressioni verbali e violenze erano all’ordine del giorno. Secondo Moses la vittima preferita della madre era proprio Soon-Yi, la più indipendente ed anche l’unica tra i figli adottivi a non essere intimidita dall’attrice. L’uomo rivela come la giovane non avesse avuto un rapporto particolarmente stretto con Woody fino ai 20 anni, quando fu proprio Mia ad insistere che passassero più tempo insieme; non poteva di certo immaginare che nascesse una relazione tra i due, che divenne pubblica poco tempo prima di quel giorno del 1992.

Moses scagiona Woody Allen

Moses ricorda come all’epoca la madre fosse furiosa con il compagno e avesse iniziato a fare a tutti i figli un vero e proprio lavaggio del cervello, dipingendolo come un mostro, nonostante non si fosse comportato sempre correttamente con tutti, quando era presente (Woody e Mia, pur essendo legati affettivamente, non vivevano insieme).

Quindi, nel giorno del presunto abuso, in cui Mia era fuori per shopping, erano presenti altri tre adulti, oltre ai bambini. Moses ne ricorda benissimo tutti i particolari: il padre seduto con i piccoli a guardare alla televisione “Chi ha incastrato Roger Rabbit?”, sotto gli occhi attenti delle tate, allertate per la presenza dell’uomo, ormai non più gradito in quella casa. Dunque sarebbe stato impossibile che fosse avvenuto qualcosa di strano, senza che nessuno se ne accorgesse. Ed anche l'ultima versione di Dylan, che parla di molestie in soffitta gli appare poco credibile, perché nessuno si allontanò mai a lungo da quella sala; del resto due diverse indagini hanno stabilito che non vi fu nessuna violenza, scagionando completamente Allen da ogni accusa.

Le accuse a Mia Farrow

E qui arriva l’ulteriore affondo a Mia Farrow: la donna avrebbe plagiato la piccola Dylan, arrivando a farle testimoniare il falso. Il giovane ricorda come la madre avesse avuto atteggiamento simile anche con lui, obbligandolo a rilasciare delle dichiarazioni contro il padre adottivo, con cui in realtà aveva un ottimo rapporto. Secondo Moses, in questi ultimi mesi Mia avrebbe approfittato del clamore seguito allo scandalo Weinstein, per spingere la figlia a tornare a distanza di anni sull’accaduto allo scopo di infangare il regista. Del resto molte delle inchieste sulle molestie sessuali nel mondo del Cinema sono state condotte proprio da Ronan Farrow, l’unico figlio naturale della coppia, che ha sempre supportato la madre contro Allen.

Ma Moses, nella sua lunga confessione in cui rivela anche particolari dolorosi ed inediti, come i suicidi di diversi fratelli, osserva come il regista non sia mai stato accusato di molestie da nessuno dopo tanti anni di carriera, se non da Dylan per un singolo episodio. Quindi invita la sorella ad allontanarsi dalla madre e a dire finalmente la verità, smettendola una volta per tutte di tentare di distruggere la reputazione del suo padre adottivo con queste calunnie.