Come di fronte al Congresso americano, Mark Zuckerberg non esce sconfitto dal colloquio con i rappresentanti del parlamento europeo. Tuttavia questa volta le domande dei politici si sono dimostrate all’altezza della situazione e piuttosto insidiose. Ma il format ha sicuramente aiutato l’ad di Facebook: poco tempo (poco più di un ora contro le 10 a disposizione del Congresso) e risposta unica a tutte le domande che gli sono state poste.
Così il californiano ha sapientemente fornito rassicurazioni e risposte parziali. Ma i parlamentari non ci stanno e chiedono esplicitamente risposte scritte alle loro numerose domande.
Il discorso di apertura
Zuckerberg ha ringraziato le istituzioni europee per l’invito a discutere nelle loro aule, precisando quindi di trovarsi lì su base volontaria. Subito sono arrivate le scuse nei confronti dei cittadini europei coinvolti nello scandalo Cambridge Analytica e raggiunti da numerose fake news. In tal senso ha annunciato svolte restrittive dalla policy sull’utilizzo dei dati degli utenti. Ora le applicazioni che si basano su Facebook possono accedere solo alle informazioni di base degli utenti, a meno che l’utente stesso non acconsenta a cederne di più.
Zuckerberg ha inoltre annunciato di aver “bannato” dalla piattaforma più di 200 app colpevoli di utilizzo improprio dei dati. Egli ha poi lodato il GDPR –il regolamento unico europeo sulla privacy, che entrerà in vigore il 25 maggio - e ha affermato la sua intenzione di estenderlo a tutti i profili della sua piattaforma. Riguardo alle elezioni e alle fake news ha sostenuto come sia opportuno sacrificare parte dei suoi profitti a favore di maggiori investimenti in termini di personale e intelligenza artificiale. Per il primo aspetto ha annunciato la collaborazione con “fact checkers” in ogni nazione in cui la sua società opera; costoro avranno il compito di verificare tutte le notizie dubbie segnalate dagli utenti.
L’intelligenza artificiale avrà un ruolo complementare rispetto a questi collaboratori, e sarà sempre più in grado di cancellare - prima della loro circolazione - notizie false, hate speech e video illeciti.
Le risposte alle domande dei parlamentari
Le domande si sono rivelate incisive. Guy Verhofstad ha accusato Zuckerberg di essere un “genio che ha creato un mostro digitale”, pericoloso per le democrazie; Nigel Farage l’ha apertamente accusato di censurare le pagine di destra sulla sua piattaforma; vari parlamentari hanno costatato come il suo sia – di fatto - un monopolio.
A tutte queste domande Zuckerberg non ha risposto. Si è limitato ad annunciare un grande piano che prevede assunzioni di personale per la sicurezza.
Ha negato la sua posizione di monopolio e ha sostenuto come gli strumenti contro le fake news stiano diventando sempre più efficaci, come testimoniato – a suo avviso - dalle elezioni francesi e tedesche, in cui molti profili fake responsabili di disinformazione sono stati chiusi. Ha inoltre aperto ad una regolamentazione della sua piattaforma, affermando però che essa non dovrebbe impedire l’innovazione e lo sviluppo di nuove tecnologie.
Il parlamento europeo si è dichiarato insoddisfatto del colloquio e ha richiesto una risposta scritta ad ogni domanda posta dai suoi membri. Zuckerberg si è impegnato ad esaudire questa richiesta. Pertanto la vicenda non finisce qui; le domande più scottanti e mirate non hanno ancora ricevuto una risposta.