Il magistrato e procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco ha deciso di ricominciare da capo e di non tralasciare niente circa il caso del Mostro di Firenze, l'uomo che ha ucciso per l'ultima volta nel settembre del 1985 vicino a San Casciano Val di Pesa. Tra il 1968 e il 1985 furono 16 le vittime del Mostro seriale ed erano per lo più giovani coppie appartate nelle campagne fiorentine.

Un caso che sconvolse l'Italia e che ha visto le Procure di Firenze e Perugia impegnate in indagini serrate che individuarono nei "compagni di merende", ovvero Pacciani, Lotti e Vannini gli esecutori materiali degli omicidi. I tre erano semplici contadini, non dotati di particolari doti intellettive.

Il Mostro di Firenze: le indagini verso la pista esoterica

Nel corso degli anni però si fece sempre più concreta la pista esoterica e satanista che vedeva coinvolte come mandanti persone di alto livello culturale, come medici e dottori. Questo aspetto fu evidenziato in una seconda fase delle indagini, considerando anche che, durante i delitti, venivano asportate quasi chirurgicamente parti del corpo delle donne assassinate.

Secondo alcune ipotesi, le stesse venivano ricomprate dai mandanti del "secondo livello". Ad avvalorare questa ipotesi anche le alte somme di denaro di cui Pacciani periodicamente disponeva.

Mostro di Firenze: le prove saranno rianalizzate

La storia del Mostro di Firenze è molto complessa ma il procuratore aggiunto Luca Turco ha deciso di far rianalizzare tutti i reperti sul caso che sono stati archiviati. Si tratta di fazzolettini, buste e anche un lembo si seno che era stato inviato ai magistrati con l'evidente intenzione di sfidarli ma anche le cartucce Winchester serie H, compatibili con la Beretta 22, usata in tutti i delitti e mai ritrovata. Ai tempi non esistevano ancora tutte le tecnologie odierne e quindi il magistrato spera di poter scoprire qualcosa di nuovo riaprendo i cassetti di questo cold case.

I tre "compagni di merende sono tutti morti e l'iter processuale che li ha visti condannare (Pacciani fu anche assolto dopo la sua morte, ma poi ricondannato in Cassazione) non ha mai convinto del tutto l'opinione pubblica che si è sempre domandata se davvero tre "analfabeti" come loro avrebbero potuto compiere delitti tanto efferati senza mai farsi cogliere sul fatto.

La confessione, poi smentita, di Bevilacqua

È notizia di due giorni fa che tale Joseph Bevilacqua, ex ufficiale dell'esercito Usa, residente in Toscana nel 1974 avrebbe confessato ad un giornalista del quotidiano Il Giornale che lui sarebbe sia l'inafferrabile assassino che operò in America conosciuto come Zodiac, sia il Mostro di Firenze.

L'ex militare però, secondo La Repubblica, avrebbe già smentito questa confessione ed ha annunciato di ricorrere a querela tramite il suo avvocato Elena Benucci.

Si indaga ancora, quindi, sul caso del Mostro di Firenze che continua a rimanere insoluto tra depistaggi, vere o presunte dichiarazioni e il tempo che passa e che cancella, mano a mano, le tracce dell'assassino.