Un documento di sole 4 pagine, che dalla Procura di Firenze è finito sul tavolo della redazione de Il Giornale, descrive con inquietante chiarezza la confessione dei delitti attribuiti al cosiddetto Mostro di Firenze, il serial killer che ha terrorizzato le campagne fiorentine tra il 1974 (il primo delitto ufficialmente ascritto) e il 1985. Sette coppie uccise con una pistola Beretta 22, mai trovata. L'autore del documento è un ex ufficiale dell'esercito americano, ora in pensione, reduce del Vietnam dove all'epoca fu coinvolto marginalmente in un delitto.

Pacciani: assolto il Mostro di Firenze

Nel processo, il principale indagato, Pietro Pacciani, un contadino dal carattere violento ed iracondo, è stato assolto in appello. Morirà nel febbraio 1998 mentre la vicenda giudiziaria si conclude due anni dopo, con la condanne dei complici, i famigerati “compagni di merende” Mario Vanni e Giancarlo Lotti: complici di un killer assolto.

Il profilo del Mostro di Firenze

Le ultime rivelazioni sembrano dare credito ai criminologi e ai cronisti giudiziari perplessi sull'inchiesta, che hanno fin dall'inizio ipotizzato una mente lucida, capace di non lasciare indizi ed un ottimo tiratore dietro ai delitti del Mostro di Firenze, non una combriccola di poveri emarginati, come i tre protagonisti.

Venti anni nell'esercito, di cui dieci nella Polizia Militare, dopo aver lasciato gli Stati Uniti, si stabilisce in un paesino vicino a Firenze nel luglio '74, ama l'Italia, ovviamente abile tiratore, conosce bene il territorio e la lingua poiché era di stanza a Livorno fino al 1969, prima di partire per il Vietnam; un profilo più calzante al Mostro di Firenze.

Mario Vanni aveva sempre affermato che sia lui che Pacciani incontrarono nei boschi un americano, soprannominato Ulisse

Vuoi rompere i c...i al Mostro di Firenze?

La vicenda che si cela dietro al documento, stilato da un giornalista, si svolge tra maggio e settembre 2017, quando è lo stesso autore a prendere contatto con l'ex ufficiale, perché i rumors della procura fiorentina parlano di un ex militare americano, coinvolto in una eventuale riapertura dell'inchiesta.

Il giornalista comincia ad avere sospetti, quando l'uomo fa delle battute ambigue sulla vicenda ed un giorno, palesemente innervosito dice: “ Vuoi rompere i c...i al mostro?”. E quando gli spiega che è la procura che indaga, ribadisce “Verranno a rompere i c......i a me?", il cronista lo lusinga e lo rassicura, proponendogli di diventare il suo biografo

Le analogie tra Zodiac e il Mostro di Firenze

Negli incontri successivi vengono alla luce,le analogie tra i delitti del Mostro di Firenze e il Killer dello Zodiaco (Zodiac), l’assassino mai individuato dall’Fbi e responsabile di una decina di vittime in California alla fine degli anni Sessanta. Quando il reporter cita il Lago Tahoe, la scena di uno dei delitti di Zodiac nel 1970, l'uomo piomba in un lungo silenzio e successivamente il “biografo” scopre che l'ex militare,in quegli anni viveva a pochi chilometri dal lago e che le residenze del militare, sia successive che precedenti, sono sempre nelle vicinanze delle scene del crimine.

Quando il militare in pensione rivela la data di nascita, un altro tassello compone il puzzle: è la stessa che Zodiac rivelò di avere in una lettera anonima. Il reporter lo incalza e gli sottopone i codici e altro materiale, tra cui il famoso messaggio cifrato spedito al San Francisco Chronicle il 20 aprile 1970. Grazie ai suggerimenti dell'ex militare, la soluzione è sempre la stessa: nome e cognome dell'uomo. Sa che Robert Graysmith, l'autore del libro sul killer dello zodiaco, ha cambiato generalità e "sospira" alla lettura del nome del detective Dave Toschi, il poliziotto che diede la caccia all'assassino. Si potrebbe supporre che sia un mitomane, se non fosse che i suoi album fotografici, scrive il giornalista, confermano le sue parole: non sta mentendo.

Il Mostro di Firenze è 'Ulisse' l'americano?

L'uomo ammette di aver conosciuto Vanni e Pacciani durante le escursioni dei boschi, allora il cronista rilegge la conversazione intercettata in carcere, nella quale Vanni afferma che il vero assassino seriale di Firenze sia proprio un americano incontrato nel bosco. L'uomo si infuria, "penso che lo uccideranno" esclama, in realtà l'ex postino era già deceduto, ma il biografo glissa rassicurandolo, gli spiega che gli inquirenti avevano identificato quell'americano come Mario Parker, uno stilista gay entrato e uscito dall'inchiesta negli anni Ottanta. Un altro indizio riguarda gli scontrini di alcuni locali, trovati nelle auto delle ultime due vittime del Mostro di Firenze, Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot, tutti posti frequentati assiduamente dal militare.

La confessione del Mostro di Firenze

L'uomo sembra spaventato e preoccupato, il giornalista lo sente al telefono: ha in mano le soluzioni degli enigmi di Zodiac e ci sono diversi riscontri da spiegare sui delitti del Mostro di Firenze; potrebbero arrivarci molto presto anche gli inquirenti. Il biografo gli suggerisce di costituirsi e l'uomo sembra accettare, anzi spiega di non averlo fatto prima "per non mettere nei guai gli altri" ( non si capisce a chi si riferisse), e chiede al reporter cosa deve fare. "Cerca un avvocato e magari anche un prete" è la risposta . E' il 13 settembre 2017, da allora il presunto "Ulisse" svanisce nel nulla, il giornalista nel marzo 2018 racconta tutto alla Procura di Firenze.