Quando ormai le speranze incominciavano ad affievolirsi, il miracolo è avvenuto: dopo nove giorni sono stati ritrovati i ragazzi intrappolati nelle grotte di Tham Luang in Thailandia. Secondo le prime notizie, i 12 componenti della squadra di calcio del Mu Pa Academy, tutti tra gli 11 e i 16 anni, ed il loro allenatore 25enne stanno bene. Si erano perse le loro tracce sabato 23 giugno, quando avevano deciso – dopo il consueto allenamento – di tornare a visitare questa meraviglia della natura, nonostante il divieto d’accesso in vigore da giugno a novembre, proprio per la pericolosità del luogo.
Infatti durante la stagione dei monsoni l’ingresso delle cavità naturali, che si trova al di là di un torrente da attraversare a piedi, si allaga per le forti piogge, diventando una trappola potenzialmente mortale per chiunque vi si avventuri.
Una lotta contro il tempo durata nove giorni
L’allarme per la scomparsa dei ragazzi era partito immediatamente, quando i genitori non avevano visto rincasare i figli dopo l’allenamento. Si è capito subito che la comitiva si era imprudentemente spinta all’interno delle grotte: infatti a pochi metri dall’ingresso sono stati ritrovati gli zaini e le biciclette dei dispersi, che già in passato avevano visitato questa località, poco distante dalle cittadine di Chiang Rai e Mae.
Da quel momento è partita la corsa contro il tempo per ritrovare vivi i giovani imprigionati all’interno: tutti coloro che conoscono bene queste cavità naturali, che si estendono per ben sette chilometri, hanno sin da subito spiegato che c’erano ottime possibilità che il gruppo si fosse messo in salvo, nonostante le continue piogge alzassero sempre di più il livello di acqua. Questo perché al loro interno esistono alcuni anfratti ancora liberi dall'acqua, la temperatura non scende mai sotto i 20 gradi circa, mentre l’aria è assicurata dalle piccole fratture nella roccia che comunicano con l’esterno.
Le operazioni di soccorso non sono terminate
Il problema maggiore derivava dalla mancanza di cibo, mentre l’acqua piovana a disposizione ha impedito problemi di disidratazione.
Non si è smesso mai un momento di cercare i dispersi, nonostante le continue piogge rendessero difficoltose le operazioni. Il gruppo di soccorritori, guidato da militari thailandesi, si è arricchito, col passare dei giorni, di volontari provenienti da tutto il mondo. Nel frattempo i genitori dei ragazzi hanno piantato delle tende nelle vicinanze delle grotte, per seguire da vicino l'evolversi della situazione. Mentre proseguivano le ricerche, gli esperti hanno studiato la conformazione del luogo e sono riusciti a supporre quale fosse il punto più probabile in cui i giovani potessero essersi rifugiati. Ed infatti i sommozzatori li hanno ritrovati, tutti vivi e in buone condizioni, a circa 400 metri dalla cavità di Pattaya Beach, una zona rimasta completamente asciutta durante le inondazioni.
Da quel che risulta, la comitiva non si sarebbe mai spostata di lì in tutti questi giorni. Il governatore della provincia di Chiang Rai, Narongsak Osatanakorn, ha spiegato che i ragazzi “individuati dalle forze speciali della marina thailandese sono tutti vivi, ma l’operazione non è ancora terminata”. Così nelle prossime ore, dopo averli rifocillati, i soccorritori dovranno tirarli fuori da quell'anfratto al riparo dalle acque, che ha costituito la loro salvezza.