Sembrava ormai cessata la ‘guerra di parole’ che ha visto protagonisti, in questi ultimi mesi, Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti d’America, e Kim Jong-un, il famoso dittatore Nord-coreano. In realtà, in queste ultime ore, pare ritornata un’atmosfera di nervosismo tra le due potenze. Infatti, sono stati resi noti il volto e il nome di uno dei presunti hacker che avrebbe compiuto attacchi informatici ai danni del colosso Sony Pictures Entertainment (nel 2014) e di migliaia di computer in centinaia di paesi differenti, compreso il sistema informatico degli ospedali britannici (nel 2017).
Come hanno operato gli hacker e quali sono i rischi
Questo nuovo sistema di intrusione nei databases allo scopo di rubare dati e informazioni particolarmente interessanti e, soprattutto, segrete, sembrerebbe essere un metodo tutto moderno di penetrazione informatica. Una sorta di Betty Pack dell’era digitale: una spia che, invece di muoversi tra le lenzuola degli uomini potenti allo scopo di rubare informazioni segrete, sottomette completamente l’intero sistema di gestione dei rapporti, dei dati e delle informazioni delle più grandi società o aziende mondiali.
I Cyber attacchi rischiano di diventare dei nuovi strumenti di ricatto nei legami, già delicati, tra le diverse potenze, in quanto capaci di rubare e-mail confidenziali, contratti di collaborazione, informazioni, contatti tra attori e registi e dati relativi a dipendenti e impiegati delle più svariate istituzioni.
Chi è, secondo gli Stati Uniti, uno dei colpevoli di quello che è stato definito un attacco informatico 'senza precedenti'
La giustizia americana ha reso dunque noto, in queste ultime ore, il nome e il volto dell’uomo che avrebbe partecipato agli attacchi informatici nei confronti della Sony Pictures Enterteinement, rubando migliaia di dati e informazioni personali relativi a dipendenti, impiegati, collaboratori e di migliaia di computer (tra cui vanno annoverati soprattutto quelli degli ospedali britannici), avendo disturbato e sconvolto l’intero sistema di funzionamento degli stessi.
Park Jin-hyok è il nome del nord-coreano accusato dall’FBI di aver causato un danno complessivo alla Sony di circa 81.000.000 di euro e di aver turbato il sistema informatico di circa 230.000 computer in 150 paesi, compreso quello appartenente alla Banca centrale del Bangladesh, durante lo scorso anno. Park Jin-hyok, presumibilmente, farebbe parte di una grossa cospirazione internazionale di hacking che, durante questi anni, avrebbe tentato di rubare miliardi di dollari alle più grandi istituzioni, società e aziende mondiali attraverso l’intrusione in decine di migliaia di sistemi informatici. Non solo, l’hacker coreano, inoltre, avrebbe portato avanti tale impresa incaricato, proprio, dall’agenzia militare di intelligence del regime dittatoriale del suo Paese.
Ormai la cyber sicurezza sta diventando un argomento di vitale importanza nel travagliato sistema di rapporti internazionali; soprattutto nei confronti di quelle che sembrano essere le nazioni più pericolose in questo senso: Nord Corea, Russia, Cina e Arabia-Saudita. Il rischio più grosso consisterebbe, in effetti, nel riuscire a manipolare e manovrare servizi, infrastrutture, azioni legate alla finanza, alla sanità, all'energia e a molti altri ambiti che regolano le attività quotidiane di una nazione.