Si preannunciano molto gravi le conseguenze della 'battaglia navale' svoltasi ieri nello stretto di Kerch, controllato dalla Russia, tra il mar Nero e il mar d'Azov. Stando alla versione russa, le tre navi militari ucraine (poi finite in stato di arresto nel porto di Kerch) non avrebbero comunicato la propria intenzione di entrare nel mar di Azov attraversando lo stretto, seppur l'equipaggio dovesse essere a conoscenza delle necessarie procedure.

Nonostante le richieste da parte delle navi della guardia costiera russa e dell'FSB (ex KGB), le navi ucraine avrebbero rifiutato di fermarsi, compiendo 'manovre pericolose' e provocando poi l'uso della forza. Anton Lozovoy, ufficiale dell'FSB in forza alla Direzione per la Crimea, ha specificato che i tre militari ucraini feriti sono stati medicati e non versano in gravi condizioni.

Kiev parla di 'azione folle'

Del tutto differente la percezione degli eventi da parte ucraina. Il presidente Petro Poroshenko ha definito quella russa un'azione 'non provocata e folle', le cui conseguenze non hanno tardato a manifestarsi nel suo Paese.

Nella notte, infatti, circa 150 manifestanti si sono resi responsabili di disordini nei pressi dell'ambasciata russa a Kiev, nel corso dei quali è stata anche data alle fiamme una vettura dell'ambasciata stessa. La tensione in Ucraina si è fatta subito molto alta, salendo a livelli probabilmente mai toccati dopo l'annessione russa della Crimea, nel 2014.

Poroshenko chiederà la legge marziale

Il Consiglio nazionale di Difesa e Sicurezza ucraino è stato riunito d'urgenza, in piena notte, ed il presidente Poroshenko ha manifestato l'intenzione di chiedere al Parlamento l'imposizione della legge marziale. Allo stesso tempo, nonostante il presidente stesso abbia dichiarato che tale richiesta non corrisponde ad una dichiarazione di guerra contro nessuno, il ministero della Difesa ha annunciato di aver diramato gli ordini necessari a mettere i militari in assetto da combattimento.

Di fronte ad una situazione tanto complessa e potenzialmente pericolosa, è pronta a muoversi anche l'ONU: l'ambasciatore americano alle Nazioni Unite, Nikki Haley, ha dato notizia di una riunione in sessione di emergenza, convocata appositamente per poter discutere del sequestro delle tre navi militari ucraine da parte della Russia e, probabilmente, delle sue possibili conseguenze in un contesto di relazioni molto difficili tra i due Paesi coinvolti.