Valentina Cavagna ha deciso di rendere pubblica la propria storia, attraverso una lettera a Papa Francesco, riportata qualche giorno fa sul Corriere della Sera. La ragazza, oggi 23enne, è stata ripetutamente molestata, quando era bambina, da un parroco del suo paese, il 44enne don Marco Ghilardi, che però si è sempre dichiarato innocente. Per anni la giovane ha taciuto sugli abusi; ma, una volta raggiunta la maggiore età, nel luglio 2013 ha deciso di denunciare il sacerdote.

Con l’ex fidanzata di suo fratello si è recata nella caserma dei carabinieri di Serina (in provincia di Bergamo) per accusare quello che era stato il suo maestro di religione, oltre che un amico di famiglia. Ora però, dopo la condanna definitiva a sei anni di reclusione, è partita una raccolta di firme a favore dell’uomo, che ha spinto Valentina a parlare.

Una lunga vicenda giudiziaria, conclusasi con la condanna di don Marco

La ragazza racconta di come la gente del paese abbia sempre mostrato apertamente di non essere dalla sua parte. Sin da subito ha capito la fondatezza di quella sua paura di non essere creduta, che l’aveva spinta ad attendere diversi anni prima di parlare.

La giovane, nella lettera e in una successiva intervista rilasciata a Repubblica, ha rivissuto il primo processo, nel quale il prete era stato assolto. All'epoca l’umore era a terra; ma con il nuovo avvocato, Francesca Longhi, aveva deciso di andare avanti nella lotta per ottenere giustizia e far scontare al responsabile la giusta pena per quello che aveva fatto. Così ha scelto di non mollare e di fare ricorso: nei due successivi gradi di giudizio, il sacerdote è stato riconosciuto colpevole ed ora è in carcere.

La raccolta di firme a favore del sacerdote

Valentina ha accolto la sentenza definitiva con un pianto liberatorio, per tutto il dolore e le difficoltà vissute da lei e dalla famiglia in questi anni.

Infatti, sin dal momento della denuncia, la ragazza si è trovata a convivere con una certa ostilità in paese, dove in molti hanno preso posizione in favore del parroco.

Tanti piccoli episodi che hanno reso difficile, se non impossibile, la vita quotidiana della giovane: come spesso accade in questi casi, la vittima si è ritrovata suo malgrado sotto processo, solo per aver chiesto giustizia.

L’episodio che ha spinto Valentina a scrivere al Papa è avvenuto ai primi di marzo: dopo che sul giornale locale è uscita la notizia che don Marco era stato rinchiuso in galera, qualcuno ha lanciato una raccolta di firme per mandargli una lettera di sostegno, arrivando ad affiggere il foglio proprio sotto casa della 23enne.

L’ennesima mancanza di sensibilità da parte di chi in questi anni ha attaccato la ragazza, che adesso chiede maggiore rispetto, anche a nome di tutte quelle persone che non denunciano i loro molestatori, proprio per il timore di essere giudicate e di vivere disagi simili.