Il sogno di riportare in vita animali estinti potrebbe uscire dai film per diventare realtà. Delle cellule di Mammut, infatti, impiantate all'interno di un topo, hanno cominciato a ridare segni di vita. Questo primo esperimento dimostra dunque che in futuro potrebbe diventare possibile clonare questi animali, grazie ai corpi ritrovati congelati in Siberia.

Gli scienziati, però, chiariscono che l'obbiettivo di ottenere un Mammut vivo è ancora molto distante dalle loro possibilità. Per il momento queste ricerche possono soltanto aiutarci a comprende i meccanismi interni del nucleo cellulare.

Il risveglio delle cellule di Mammut

Il Mammut Yuka è stato scoperto tra i ghiacci della Siberia. Ovviamente è morto, ma essendo rimasto congelato per 28000 anni, le sue cellule non si sono distrutte completamente, come invece avviene nel caso dei normali fossili. Per questo, si è tentato un incredibile esperimento. Le cellule del suo midollo osseo sono state estratte, per poi essere impiantate in un topo.

Incredibilmente queste, dopo un po', hanno cominciato a dare segni di vita. Questo significa che, se gli studi continueranno, potrebbe diventare possibile creare un Mammut e riportare in vita questi animali preistorici. La ricerca, guidata da Akira Iritani dell'Università giapponese Kindai, è stata pubblicata su Science Reports.

Gli obiettivi degli scienziati

Per riportare in vita le cellule del Mammut è stata utilizzata una tecnica simile a quella che permise la clonazione della famosa pecora Dolly. Ovviamente, però, siamo ancora molto distanti dal risultato di riportare in vita un Mammut nel pieno delle sue forze, come avveniva nel film Jurassic Park (anche se, in quel caso, si parlava di dinosauri).

I veri obiettivi degli scienziati, per il momento, sono altri. In particolare questo esperimento potrebbe permettere di fare luce sui meccanismi interni della cellula. Infatti, nonostante l'enorme quantità di tempo trascorsa dalla morte dell'animale, si è dimostrato che i nuclei delle cellule possono risvegliarsi.

I nuclei, però, proprio perché troppo danneggiati, non sono stati in grado di duplicarsi e, dunque, di "funzionare" in modo completo.

Anche per questa ragione, in vista di una futura clonazione dell'animale, sarà necessario trovare nuclei più integri e sani. Ciò, però, spalanca comunque nuovi orizzonti di ricerca in campo biologico.