Un lavoro molto complesso e lungo del quale si sono occupati per parecchi anni un gruppo di circa 200 scienziati, all'interno del progetto Event Horizon Telescope, ha permesso di fotografare un buco nero: l'importanza della novità sta nel fatto che prima di ora non era mai stato possibile fotografarlo perché nessuna luce può trapelare da un buco nero. Tuttavia grazie al progetto di cui abbiamo parlato prima e a otto telescopi molto potenti, è stato possibile immortalare ''M87'', così è stato nominato il buco distante 55 milioni di anni luce dal pianeta Terra.
Una delle ricercatrici che hanno portato a termine questo importante progetto, Jessica Dempsey, ha detto che il buco nero ''Sembrava l'occhio di Sauron del Signore degli anelli'' in riferimento alla prima visione della foto apparsa negli schermi. Secondo quanto riporta il quotidiano ''Il Corriere Della Sera'' la missione degli scienziati sarebbe stata quella di catturare con una foto l'orizzonte degli eventi, ovvero il confine di un buco nero e il suo relativo punto di non ritorno.
Fotografato il primo buco nero, dista 55 milioni di anni luce
Il lavoro ha richiesto l'impegno di ben 200 scienziati che hanno ottenuto qualcosa di ancora non raggiunto: prima di ora i buchi neri non erano mai stati immortalati, questo è a tutti gli effetti un grosso passo avanti nella ricerca dell'ignoto.
La nostra nazione ha contribuito all'importante risultato dando il suo contributo con l'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). Hanno dato il loro contributo anche ricercatori italiani come Mariafelicia De Laurentis e Ciriaco Goddi: quest'ultimo ha descritto le immagini viste con i telescopi aggiungendo che ''l'immagine che è stata ottenuta consiste in un'ombra di un buco nero rotante, confermando quindi la teoria della relatività generale di Einstein''. Inoltre il ricercatore dell'Università Leida ha parlato della complessità del lavoro svolto, per il quale è servito un anno e mezzo di tempo per, a suo dire, calibrare e confermare i dati che erano stati rilevati ben 2 anni fa.
Buco nero, la prima immagine conferma le Teorie di Einstein
Il ricercatore dell'Università di Leida, Goddi, entrando nel dettaglio della scoperta, ha confermato che le teorie elaborate da Einstein erano giuste perché ''Il disco oscuro se immerso in una regione luminosa come un disco di gas incandescente, pensiamo che possa creare una regione oscura similare ad un'ombra, proprio come previsto da Einstein". Concludendo la sua esposizione ha definito questi fenomeni naturali, come molto affascinanti.