Ci sono riusciti. Dopo una ricerca durata anni, e che alcuni credevano persino impossibile, un team di ricerca è riuscito a fotografare l'orizzonte degli eventi di un buco nero. Dal momento che i buchi neri hanno una gravità tale da assorbire qualsiasi cosa, anche la luce, la foto è stata ottenuta tramite un escamotage: elaborare le immagini di ben otto radiotelescopi, come una sorta di puzzle, per creare l'immagine di qualcosa che in teoria non potremmo vedere. L'evento segna una svolta nello studio dello spazio e della fisica, e aiuterà a comprendere meglio la Teoria della Relatività di Albert Einstein.

Il progetto storico per fotografare l'orizzonte degli eventi di un buco nero

Il progetto si chiama Event Horizon Telescope, e segna una svolta storica nella ricerca astrofisica. Infatti, tramite ben otto telescopi presenti su tutto il globo, è stato possibile fotografare l'orizzonte degli eventi di un buco nero, evento ritenuto teoricamente impossibile.

Quando infatti una stella di enorme dimensioni inizia a morire, poiché perde la spinta interna dovuta ai processi termonucleari, collassa su se stessa a causa della gravità. Le stelle più massicce collassano a un punto tale, da diventare talmente dense da creare un campo gravitazionale immane, capace di risucchiare qualsiasi cosa al suo interno, compresa la luce.

Per questo simili strutture vengono chiamate buchi neri: perché assorbono qualsiasi cosa. E, proprio per questo, anche vederli è teoricamente impossibile.

Per questo, per ottenere l'incredibile immagine, gli scienziati hanno dovuto trovare un metodo molto particolare: hanno reso "visibili" le onde gravitazionali.

Il metodo per cogliere la foto di un buco nero

Dal momento che un buco nero assorbe tutto, è praticamente invisibile, poiché in esso collassano anche spazio e tempo. C'è però un limite, detto "orizzonte degli eventi", che è la regione in cui la materia sta per precipitare nella "voragine spaziale", ma non lo ha ancora fatto.

Gli scienziati hanno trovato il modo di creare un'immagine di questo confine.

Tramite i radiotelescopi, ben otto, gli scienziati hanno colto l'orizzonte degli eventi da otto postazioni diverse. In un certo senso, è come se avessero colto "l'ombra" del buco nero da varie prospettive (anche se parlare di "ombra" nel caso di un buco nero è un po' azzardato, e si tratta naturalmente di un esempio). Poi hanno collegato queste otto "ombre" prodotte dai radiotelescopi e ne hanno generato digitalmente una immagine unica, che è quella, appunto, che possiamo vedere. In questo modo è come se avessero ricreato al computer l'immagine reale di ciò che non possiamo cogliere direttamente.

Questo nuovo metodo permetterà di studiare approfonditamente i buchi neri, oggetti molto misteriosi, e ci aiuterà a comprendere meglio anche la Teoria della Relatività di Einstein. Secondo gli scienziati, infatti, ci sono alcuni elementi dei buchi neri che si discostano un po' dalle previsioni del famoso fisico, e dunque abbiamo ancora molto da imparare dall'universo.