Qualcuno, verso le 13 di giovedì 31 ottobre ha sentito un tonfo provenire dalla stanza dell’ufficio tecnico nel municipio di Zandobbio, in provincia di Bergamo. In molti hanno pensato che uno dei tanti faldoni presenti nella sala fosse caduto per terra, non prestando troppa attenzione a quel rumore sinistro. Invece qualcosa di ben più grave stava accadendo tra quelle mura: a scoprirlo è stato, verso le ore 14, il geometra a capo dell’ufficio, quando è arrivato per iniziare il proprio turno di lavoro.
Bruna Calegari, impiegata di 59 anni, era riversa a terra, immobile.
Immediatamente l’uomo ha chiesto aiuto: tra i primi ad accorrere sul luogo della tragedia anche la sindaca del paese, Mariangela Antonioli. Purtroppo era troppo tardi: il corpo giaceva esanime prono sul pavimento, con una ferita profonda al petto ed altre due più lievi, tra cui una al collo. A poca distanza dalla vittima c’erano anche un paio di grosse forbici ed una scaletta sporca di sangue.
Al momento non si esclude nessuna ipotesi
L’impiegata finiva il proprio turno alle 12,30, ma non era difficile che si fermasse qualche altro minuto per terminare le mansioni assegnatele.
La prima ipotesi considerata dai carabinieri, intervenuti sul posto, è stata quella di un incidente, per quanto singolare. Infatti la 59enne potrebbe essere caduta dalla scaletta mentre sistemava dei faldoni ed essersi ferita mortalmente con le forbici. Tuttavia le contusioni riportate non convincono del tutto i militari dell’Arma, che al momento non escludono che possa trattarsi di un delitto: la procura ha già disposto per martedì 5 novembre l’autopsia sul corpo della vittima, che dovrebbe chiarire la dinamica dei fatti.
Si seguono tutte le piste: ad esempio qualcuno ha parlato di un'accesa discussione avvenuta qualche ora prima tra Bruna ed un ragazzo del servizio civile. Però il giovane sembra avere un alibi, confermato anche dai filmati delle telecamere di sicurezza presenti nei dintorni.
I carabinieri hanno effettuato a lungo dei rilievi nella stanza in cui è avvenuta la tragedia, che è stata posta sotto sequestro.
Un’impiegata modello
Mentre nella piazza di Zandobbio si è formato un capannello di persone che si interrogavano su quanto accaduto, gli inquirenti ascoltavano tutti i dipendenti del Comune, alla ricerca di qualche elemento utile alle indagini. È la sindaca del piccolo paese a parlare per tutti: “Nessuno poteva voler male a Bruna – spiega al Corriere della Sera Mariangela Antonioli – era una donna dedita al lavoro e trasparente”. Insomma si trattava di un’impiegata modello, madre di quattro figli, che lavorava da anni in municipio, inizialmente all’anagrafe e poi all’ufficio tecnico.
Inoltre nel tempo libero la vittima prestava servizio nella protezione civile, insieme al marito Mario Borali, proprietario di un’azienda informatica. Insomma al momento non si trova nessun elemento che indichi qualche possibile movente per il presunto omicidio della 59enne.