Pomeriggio di terrore negli Stati Uniti. Un uomo è entrato nell’area in cui si trova il complesso degli edifici della Molson Coors, uno dei principali produttori mondiali di birra, a Milwaukee in Wisconsin, ed ha compiuto una strage, uccidendo diverse persone, prima di togliersi la vita.

Secondo le prime notizie, riferite da alcuni media locali come il quotidiano Journal Sentinel, l’individuo avrebbe portato con sé una pistola calibro 45 con cui avrebbe sparato contro alcune persone, colpendone a morte almeno quattro, anche se alcune fonti (tutte ancora molto frammentarie su questo aspetto) parlano di sei vittime complessive considerando anche l'autore del delitto.

L’attacco è avvenuto quando in Italia erano all’incirca le 21:15 di mercoledì, ma la polizia è riuscita ad entrare nella palazzina in cui il killer si era asserragliato solamente due ore dopo e lo ha trovato a terra, ormai privo di vita.

L’attacco all’interno del complesso della fabbrica di birra

A quanto pare l’allarme sarebbe scattato nelle prime ore del pomeriggio, quando è arrivata una mail a tutto il personale della Molson Coors, per mettere in guardia circa la presenza di un uomo armato al secondo piano dell’edificio quattro del complesso aziendale, lungo Highland Boulevard. Si è poi scoperto che la persona che si muoveva all’interno dell’edificio, avvicinandosi più volte alla tromba delle scale, non era uno sconosciuto.

Come hanno riportato alcune fonti locali si trattava di un dipendente della fabbrica di birra, che aveva perso il posto di lavoro da pochissimo. Versione in seguito confermata dal sindaco di Milwaukee, Tom Barrett, che ha parlato di strage compiuta da un operaio che era stato appena licenziato dalla società: sarebbe stato questo motivo a spingere l’attentatore ad uccidere almeno quattro persone prima di suicidarsi.

L’intervento della polizia nella zona dell’azienda produttrice di birra

Al momento è ancora poco chiara la dinamica dei fatti, né è stata resa nota l’esatta identità del killer. Di certo la polizia è intervenuta nel complesso della Molson Coors poco dopo le 14 del pomeriggio, ora locale, in seguito ad una serie di chiamate arrivate al 911, il numero di pronto intervento negli Stati Uniti, che corrisponde al nostro 113.

Immediatamente le forze dell’ordine hanno isolato tutta la zona: il complesso della fabbrica di birra è molto vasto e comprende una serie di uffici e stabilimenti in cui lavorano più di 1.500 persone.

Inoltre nella stessa area sono presenti numerose scuole ed università: per motivi di sicurezza gli studenti e gli insegnanti sono stati invitati a rimanere in aula fino alla cessazione del pericolo. Un uomo che stava andando a prendere il figlio ha raccontato ai media americani di essere rimasto terrorizzato, quando è stato superato da una colonna di mezzi della polizia, di ambulanze e di autocarri dei vigili del fuoco.

Il piano di ristrutturazione del colosso della birra

Per molto tempo le uniche informazioni su quanto stava accadendo nella palazzina sono state fornite su Twitter da una donna che lavorava all’interno del complesso della Molton Coors.

È stata lei la prima a scrivere di alcune persone, sei o sette, che giacevano esanimi a terra, tra le quali c’era anche l’aggressore.

Il colosso della birra nei mesi scorsi ha annunciato l’intenzione di procedere ad una pesante ristrutturazione industriale per far fronte al calo delle vendite, dovuto alla crescente concorrenza nel settore. Tra l’altro il piano ha previsto il taglio di almeno 400 dipendenti, la chiusura di alcune filiali, come quella di Denver, e il trasferimento di decine di addetti da una sede all’altra. A quanto pare, tra le “vittime” di questa riorganizzazione aziendale ci sarebbe stato anche l’autore della strage.