La nave Sea Watch è arrivata al porto di Messina. Era attesa sul molo Norimberga dalle forze dell'ordine, da rappresentanti del Comune e dall'Asp. Come preannunciato ieri, 26 febbraio, la nave aveva ottenuto il permesso di approdare a Messina, senza rimanere in quarantena totale, come richiesto da alcuni. Al momento si stanno svolgendo i controlli sanitari a bordo della nave stessa. Tali controlli sono necessari al fine di verificare eventuali persone con febbre o altri sintomi che richiedano isolamento preventivo. La caserma Gasparro di Biscontea è stata allertata e preparata per accogliere i migranti, nel caso si rendesse necessario porli in quarantena precauzionale per l'emergenza Coronavirus.

Molti contrari allo sbarco della Sea Watch

Il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci aveva espresso molto chiaramente il suo parere contrario a tale approdo. In una sua dichiarazione aveva evidenziato che la caserma Gasparro, scelta per accogliere i migranti, aveva mostrato molte criticità dal punto di vista igienico e sanitario, che non garantivano la sicurezza necessaria per contenere un eventuale contagio.

Anche il presidente dei Consumatori Associati aveva manifestato la propria contrarietà motivandola con il fatto che Messina non fosse affatto pronta a tale evenienza. Matteo Salvini si è detto d'accordo con Musumeci sostenendo che in questi casi è necessario l'intervento dell'Europa; secondo il leader della Lega, in questo periodo così difficile per l'emergenza Coronavirus, l'Italia non può affrontare anche lo sbarco di così tanti migranti.

La Sea Watch ritiene di essere discriminata

Secondo l'Ong le decisioni prese nei loro confronti sono discriminatorie. Le persone che hanno la febbre dovranno osservare una quarantena preventiva di 14 giorni mentre il personale deve rimanere a bordo per tutto il periodo di sicurezza. Pur rispettando le misure precauzionali adottate, ritengono discriminatoria la decisione di applicare tali precauzioni soltanto alle navi Ong.

Secondo Giorgia Linardi, la portavoce della Sea Watch, le decisioni prese sono soltanto politiche. La nave trasporta un numero di persone che è dieci volte quello consentito e il soccorso non sarà completo fino a quando tutti i migranti non saranno sbarcati in un porto sicuro. In base alla sentenza della Corte Suprema dei diritti dell'uomo infatti, la nave non è un luogo sicuro nel quale far rimanere le persone soccorse in mare. Secondo Carola Rackete, tale sentenza è un punto dal quale prendere riferimento anche per tutti i prossimi episodi di questo genere. I migranti hanno il diritto di poter scendere a terra per iniziare le pratiche necessarie per chiedere lo status di rifugiati, ove possibile.